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Regioni all’attacco: i nostri fondi usati come tappabuchi

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È di nuovo scontro tra Regioni e governo. Dopo aver scoperto giovedì che se entro il 30 novembre non avessero tagliato le scuole dei piccoli comuni sarebbero state commissariate, le Regioni venerdì ne hanno scovata un’altra. Si tratta, spiegano i tecnici, del «continuo e improprio ricorso da parte del governo al fondo per le aree sottoutilizzate (Fas), che mette a serio rischio le politiche del Mezzogiorno». In sostanza «senza alcun consulto» con gli interessati, il governo ha attinto dalle casse del Fas, che è destinato per l’85 per cento alle Regioni del Sud.

Zitto zitto il governo ha già fatto fuori più di 11 miliardi, del totale di 64 che costituiscono il Fondo. Li ha usati, senza consultarsi con le Regioni, per coprire la manovra triennale (più di 7 miliardi), per la crisi dei rifiuti in Campania (450 milioni di euro), per coprire il taglio dell’Ici (un miliardo) e i buchi, ad esempio nella Sanità, che ne sono derivati. Altri 500 milioni sono andati in favore del Comune di Roma, altri 140 per salvare quello di Catania.

Al di là della scorrettezza istituzionale, il punto è che quei soldi servono alle Regioni svantaggiate per le strade, le infrastrutture, i rifiuti, le scuole, gli asili nido, l’assistenza domiciliare agli anziani. E, in alcuni casi, sono già stati impegnati. A rischio, infatti, non è solo la fase di programmazione, i Por, per il 2007/2013, ma anche la chiusura in bilancio dei Por 2000/2006. Molte regioni, infatti, hanno acceso mutui per la realizzazione di opere rientranti negli obiettivi Fas, e potrebbero non riuscire più a pagarli: non a caso in alcuni casi stanno già «disponendo l’impugnativa delle disposizioni normative innanzi alla Corte Costituzionale».

Ma oltre al danno economico, alle Regioni non va giù nemmeno la logica che sta dietro a questo “furto”: con i tagli al Fas, spiegano ancora i tecnici, «si finanziano spese di gestione correnti, spesso a copertura di buchi di amministrazioni locali, e non le politiche addizionalo per lo sviluppo». Insomma, si tampona e non si aiuta a crescere: «L’esatto opposto della finalità del Fas e dell’impostazione della programmazione unitaria. Si assiste – spiegano – ad un saccheggio costante e senza indirizzo strategico del fondo, per le esigenze più disparate ed occasionali, con rischio di incostituzionalità per violazione indiretta dell’art. 119, v comma della Costituzione». Quell’articolo prevede che le risorse aggiuntive siano destinate allo sviluppo per il riequilibrio territoriale. Usarle per tappare i buchi dei sindaci “amici” o per finanziare misure propagandistiche come il taglio dell’Ici, quindi, è «in contrasto con un principio costituzionalmente riconosciuto».

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