ATTACCO Concorsi, precari e disabili. Con un pesante strascico di polemiche la Camera ha votato ieri alcune norme del disegno di legge sul lavoro collegato alla manovra finanziaria. Il primo articolo a passare il vaglio di Montecitorio è stato il 37, che conserva, con qualche ritocco, un emendamento tanto caro alla Lega, quello che prevede la precedenza ai residenti della regione nella quale si svolge un concorso pubblico.
Rispetto alla norma inserita dal Carroccio durante l’esame in commissione attività produttive – che indicava nella residenza anagrafica il «titolo preferenziale» per la formazione delle graduatorie – la nuova formula stabilisce che la precedenza ai residenti sarà decisa direttamente dall’ente che bandirà il concorso, e non dalla legge. Lo stesso ente, quindi, specificherà nel bando se i partecipanti debbano essere residenti, quando la residenza sia considerata «requisito strumentale all’assolvimento di servizi altrimenti non attuabili o almeno non attuabili con identico risultato». Un principio «importante», secondo il presidente dei deputati leghisti Roberto Cota, che andrebbe «nella direzione dell’attuazione del federalismo».
Con l’approvazione dell’articolo 37 bis, è passato il tanto discusso emendamento «ammazza-precari». Come chiesto dal ministro Brunetta, dal primo luglio del 2009 verranno bloccate le stabilizzazioni dei precari nella pubblica amministrazione. Un colpo di spugna alle norme approvate con la Finanziaria 2008 dal governo Prodi, che ha ben motivato la protesta dell’ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano, e della Cgil, che ha annunciato nuove proteste da parte dei precari di Stato. Brunetta ha replicato sostenendo che Damiano faceva finta di non ricordare: «Noi – rilanciava Brunetta – stiamo già applicando nel pubblico impiego la norma introdotta da lui per il settore privato. Ed è proprio quella norma che impedisce di prorogare oltre i 36 mesi i contratti a termine nel settore pubblico». Controreplica di Damiano: «Quando il ministro fa riferimento al provvedimento da me emanato nella scorsa legislatura finge di non sapere che il suo obiettivo è la certezza occupazionale e non l’interruzione del rapporto di lavoro». Una norma insomma perchè dopo 36 mesi il lavoro incerto diventi certo, cioè a tempo indeterminato. E pensare che «con le norme ammazza precari il ministro Brunetta non sarebbe diventato professore», secondo quanto denuncia nel suo intervento in aula alla Camera il deputato del Pd Giovanni Bachelet.