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La Regione Liguria: «Nessuna scuola sarà chiusa»

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Nel giorno in cui migliaia di studenti delle università di Roma e Milano hanno protestato contro i tagli previsti dal governo per il mondo dell’Università e della ricerca, a Genova è sceso in campo l’assessore regionale all’Istruzione, Massimiliano Costa, per tranquillizzare studenti, famiglie, capi di istituto e sindacati  Da il Secolo XIX.it: «In Liguria non sarà tagliata alcuna scuola, la Regione si prende le sue responsabilità e non applicherà le norme del ministro Gelmini, ma assumerà le proposte fatte dalle Province» ha detto Costa. Ed ha aggiunto che «la Regione non ha bisogno delle minacce di un ministro che sta dimostrando di non voler migliorare la scuola, ma ha, come unico obiettivo, dettato da Tremonti, il taglio delle risorse. Noi non priveremo nessuna realtà ligure della presenza scolastica, tantomeno i piccoli comuni dell’entroterra». E siccome il ridimensionamento scolastico verrà proposto dalla singole amministrazioni provinciali, Costa assicura che la Regione sarà «impegnata a promuovere la creazione di istituti comprensivi, a mantenere i plessi, anche piccoli, all’interno di istituzioni scolastiche autonome e a potenziare l’offerta formativa sul territorio». Nel dettaglio, l’assessore e vicepresidente regionale spiega che «la promozione di istituti comprensivi (scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado) territorialmente omogenei servirà a facilitare il rapporto tra le famiglie con la stessa scuola e a garantire una continuità educativa stabile nel tempo». Per quanto riguarda le piccole scuole, invece, Costa assicura che «verranno mantenute all’interno della stessa istituzione scolastica autonoma, così da garantire alla popolazione una presenza scolastica adeguata alle esigenze del territorio». L’assessore sottolinea, infine, che «in riferimento alle scuole secondarie superiori, il rispetto della legge in vigore ci permetterà di aiutare gli studenti ad usufruire di un’offerta formativa potenziata e a stabilizzare le istituzioni scolastiche autonome».

Intanto Genova prepara per questa mattina la grande manifestazione di “disobbedienza civile” nelle scuole di Pontedecimo e Bolzaneto. I genitori accompagneranno i figli davanti ai cancelli delle scuole ma non li faranno entrare. E fuori resteranno anche gli insegnanti. Alle elementari Burlando e Anna Frank, in Valbisagno, è invece prevista una “occupazione” notturna.

Insomma, Genova si conferma tra le città capofila della protesta contro lla riforma Gelmini. Insieme a Roma che per oggi organizza il “No Gelmini Day”. Sono previsti, al momento, nove concentramenti con cortei e fiaccolate che invaderanno strade e marciapiedi della città. Manifestazioni di protesta sono state organizzate anche a Milano, Bologna, Torino, Napoli, Parma, Perugia, Viareggio, Brescia e Castrovillari. E ieri il ministro Mariastella Gelmini, in un’intervista che uscirà oggi su “ilsussidiario.net”, quotidiano on line della Fondazione per la Sussudarietà, ha detto: «È necessario mettere da parte gli interessi corporativi e la difesa della situazione attuale, finendola di utilizzare la scuola per fare fiato a una opposizione in crisi di idee e di proposte». il ministro si sofferma quindi sulla valorizzazione degli insegnanti confermando che uno degli obiettivi di legislatura è «ridare agli insegnanti uno status sociale ed economico all’altezza della loro missione».

Intanto, è polemica sulle dichiarazioni del capo dello Stato, Giorgio Napolitano. «Sulla scuola decide il Parlamento» aveva detto in risposta alla valanga di mail piovute sul Quirinale con la preghiera di non promulgare il decreto Gelmini. Francesco Cossiga ha criticato Napolitano: «Ha sbagliato due volte», perché «ha in fondo dichiarato di condividere i motivi della protesta e della richiesta, cosa che non poteva e non doveva fare nella forma irrituale di una “velina quirinalesca”. Ed ha sbagliato una seconda volta quando ha fatto finta di non ricordarsi che il capo dello Stato ha il potere di rinviare una legge al Parlamento anche per motivi di merito».

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