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Spagna: Mariastella Gelmini “abogada calabresa”

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14-10-2008 | Europa – Mondo  Uno svarione involontario del quotidiano El Pais rende bene i paradossi della situazione scolastica italiana: si potrebbe ridere se non ci fosse da piangere. Un articolo sulle lotte contro i tagli di Tremonti e Gelmini da sindacato flc

Di tutti gli articoli che la stampa straniera ha dedicato alla vicenda scolastica italiana quello del quotidiano spagnolo El Pais, grazie a uno svarione iniziale, certamente involontario, risulta essere il più sarcastico.

Ecco come il giornale spagnolo di lunedì 13 ottobre inizia la sua descrizione di quella che definisce la “Guerra educativa in Italia”: “Mariastella Gelmini (Leno, 1973) era un’avvocatessa calabrese poco nota agli italiani. Fece la sua carriera dal basso in Forza Italia, arrivò a essere coordinatrice del partito in Lombardia e dopo le ultime elezioni, tra lo stupore generale, Berlusconi le affidò il portafoglio dell’educazione.”.

Così il ministro è servito. Ecco dove portano le “astuzie” di chi si crede più furbo degli altri, andando a fare gli esami da avvocato dove si ritiene possano essere più facili, nello stesso momento in cui si fa la morale al Paese e si accusano gli insegnanti di quelle zone di essere impreparati e di manica larga!
Si potrebbe ridere se non ci fosse da piangere!

Il quotidiano spagnolo comunque continua il suo articolo ricordando gli “allori” del nostro ministro: dal grembiulino alla restaurazione del voto in condotta, per arrivare al maestro unico e ai tagli colossali nella scuola. 87.000 insegnanti e 44.000 Ata dice El Pais correttamente, citando esplicitamente il giudizio della Cgil: “Non si tratta di un semplice taglio, bensì dello smantellamento della scuola pubblica”.

Nella descrizione non mancano riferimenti alla cattiva classificazione della scuola italiana nelle classifiche dell’OCSE, ma, a differenza dei nostri governanti, El Pais non dimentica di mettere in parallelo questo dato con i bassi stipendi degli insegnanti (meno della Slovenia) e con gli scarsi investimenti nella scuola (meno della Repubblica Ceca), i quali saranno ancor meno dopo i tagli.

Al nostro ministro però un merito viene dato: quello di aver “mobilitato un paese che sembrava aver dimenticato la capacità di indignarsi”. E così si citano le lotte in corso: il lutto al braccio di decine di migliaia di genitori, insegnanti e studenti nel primo giorno si scuola, il No Gelmini Day, le manifestazioni degli studenti di venerdì scorso, le mobilitazioni degli universitari e, naturalmente, lo sciopero nazionale unitario della scuola del prossimo 30 ottobre.

Roma, 14 ottobre 2008

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