Completata l’installazione in tutti i palazzi della presidenza del Consiglio
Per il ministro della Pubblica Amministrazione si tratta di una “misura importante antifannulloni”. Il segretario generale della Presidenza del Consiglio, Mauro Masi: ”E’ stato un processo condiviso dai dipendenti”. (Guarda il video) Discutine nel forum. Migliaia di dipendenti pubblici uniti per contestare le norme del decreto. Angeletti: ”Se governo ci convoca potremmo revocare scioperi”
Roma, 13 ott. (Adnkronos/Ign) – Non è mai successo nella storia di Palazzo Chigi che ci fossero i tornelli per l’ingresso e l’uscita dei dipendenti. Ma da oggi prende il via questa nuova misura contro i furbetti, contro chi timbra e poi va a bere un caffè al bar in orario di lavoro.
La novità antifannulloni è stata presentata oggi dal ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, e dal segretario generale della presidenza del Consiglio, Mauro Masi. ”I tornelli – dice Brunetta – sono uno strumento per lavorare meglio, con più produttività, più presenze e più servizi” precisa il ministro che ringrazia anche il segretario generale Masi. “Ora si apre una nuova stagione di responsabilità e trasparenza. Questo è riformismo, sottolinea ancora Brunetta”. Con Palazzo Chigi si completa l’installazione in tutti i palazzi della Presidenza del Consiglio.
Per Masi ”la scelta dei tornelli è importante anche dal punto di vista simbolico”. Non ci sono state resistenze da parte dei dipendenti, assicura il segretario generale: ”E’ stato un processo condiviso dai lavoratori e c’è stata la collaborazione di tutti”. Insomma, niente più colazione in orario di lavoro; niente più caffè e cornetto. Parola di Brunetta, che suggerisce, sorridendo, “un bel cappuccino alle 7 di mattina è una mano santa”.
Nel corso di un convegno alla Scuola Superiore della P.A. di Roma, il ministro rende poi noto che ”in tre mesi le assenze per malattia dei dipendenti pubblici si sono ridotte del 50%, vale a dire 60mila persone in più al lavoro in un anno”. E aggiunge che è necessario rendere più efficiente la P.A. italiana, ”le cui dinamiche salariali – spiega il ministro – negli ultimi 8-10 anni sono state doppie rispetto al settore privato e ben al di sopra dei tassi d’inflazione”.
Intanto migliaia di dipendenti pubblici si sono uniti per contestare le norme del decreto Brunetta aderendo al ricorso appoggiato dal Codacons. “Mentre il ministro della Funzione Pubblica sbandiera oggi numeri circa il minor assenteismo a lavoro per cause di malattia – scrive l’associazione dei consumatori – il popolo dei ‘fannulloni operosi’ è in continua crescita. Sono migliaia infatti in Italia i dipendenti della pubblica amministrazione corretti e produttivi che si sono uniti per dichiarare guerra alle illegittime norme contenute nel decreto”.
In particolare, al Tar si contesterà l’esclusione di trattamenti economici aggiuntivi per infermità dipendente da causa di servizio; la corresponsione del solo trattamento economico fondamentale, senza indennità o emolumenti, nei primi 10 giorni di assenza per malattia; l’estensione delle fasce orarie di reperibilità del lavoratore malato, entro le quali vengono effettuate le visite di controllo, e altri aspetti contenuti nelle nuove disposizioni volute dal ministro. “Disposizioni che – si spiega nel ricorso – sembrano ledere il diritto inviolabile alla salute e i diritti al ristoro economico per chi subisce una lesione alla salute invalidante per causa di servizio” e trasformano la malattia ”in una sorta di colpa del lavoratore”, ”privandolo di una parte della retribuzione”.