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VOCI DEI PRECARI: DOCUMENTO DA PROPORRE AL COLLEGIO DOCENTI CONTRO IL DL 137 SULLA RIFORMA DELLA SCUOLA

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RIFORMA GELMINI DA PROPORRE AI COLLEGI DOCENTI: CONTESTAZIONI ALLA LEGGE 112/08 E AL DL 137/08 SULLA RIFORMA DELLA SCUOLA   
 
    Il decreto legge del ministro Gelmini, contiene provvedimenti “inaccettabili”: A pagarne le spese  non saranno soltanto le scuole primarie, colpite dal ritorno al maestro unico, ma tutte le scuole di ogni ordine e grado, perché la decimazione dei docenti e il sovraffollamento delle classi riguarderanno l’intero sistema dell’istruzione.
    L’indignazione dei docenti verso le decisioni del Governo non conosce confini politici. Tutti gli insegnanti sono profondamente offesi dai ripetuti e costanti insulti-slogan rivolti alla scuola italiana, quali: “la scuola è uno stipendificio, un ammortizzatore sociale, un covo di fannulloni”, ecc..
    Ogni giorno, ormai, gli insegnanti sono vittime di una campagna mediatica diretta ad attacchi ingiustificati che mortificano chi, invece, si sacrifica quotidianamente per conservare un minimo di dignità e continuare, nonostante tutto, prescindendo dalle condizioni economiche e dalla precarietà lavorativa, ad offrire seriamente il proprio contributo per il futuro dei giovani e, quindi, dell’intero Paese, facendo della scuola un luogo educativo d’eccellenza e un’istituzione depositaria di valori continuamente minacciati dalla “cultura del relativismo” che imperversa nel mondo come l’unica vera grande piaga, il vero pericolo da combattere e contrastare duramente. La scuola deve rimane-re quindi l’unica risorsa in grado di far fronte al problema, pertanto andrebbe sostenuta e valoriz-zata con grande attenzione e non attaccata con efferato accanimento.
  
    La legge 112/08 e il DL 137/08 di riforma Gelmini, avranno i seguenti effetti:
 
– il taglio di otto miliardi di euro al settore, con la conseguente riduzione del personale docente e ATA, l’abbassamento dell’obbligo scolastico da 16 a 14 anni, il prosciugamento dei fondi per il diritto allo studio e l’edilizia scolastica, il finanziamento delle scuole private;
– la definitiva eliminazione del precariato attraverso l’eliminazione “fisica” dei precari, i quali per anni hanno creduto ed investito il proprio futuro nella scuola, offrendo un’utile risorsa cui attingere ai fini delle supplenze;
– molti docenti di ruolo saranno individuati come soprannumerari e saranno pertanto costretti a cambiare sede, il che significa che la continuità didattica non sarà garantita e i ragazzi potrebbero dover cambiare insegnante anno dopo anno;
– le scuole con un basso numero di allievi saranno chiuse, con conseguente enorme disagio per gli alunni che dovranno spostarsi dal proprio paese ed ulteriore aggravio, sulle stesse famiglie, delle spese per i servizi legati al trasporto degli alunni pendolari;
– l’aumento sproporzionato del rapporto alunni-docente, nonché la riduzione del tempo scuola a trenta ore settimanali, impedirebbero di fatto di garantire e valorizzare i necessari tempi di apprendimento propri di ciascun alunno, eliminando conseguentemente i tempi necessari per le attività di recupero per gli alunni con difficoltà di apprendimento, tutto ciò con gravi ricadute sulla qualità dell’istruzione complessiva;
– a seguito dei tagli operati con la legge 112/08, molti alunni non avranno più l’insegnante di sostegno, risorsa indispensabile per le classi con alunni diversamente abili, nonché strumento di integrazione sociale e garante del loro diritto allo studio, in assenza dei quali tali alunni verranno ghettizzati, con conseguenze disastrose sul piano sociale e didattico;
– la riduzione e la fusione di molti indirizzi nella scuola secondaria superiore, non terrà conto del fatto che gli Istituti Professionali hanno impostazioni metodologico-didattiche e finalità diverse da quelle degli Istituti Tecnici, inoltre l’accorpamento delle classi di concorso vedrebbe un’interferenza confusionale di competenze specifiche nelle materie tecniche e professionalizzanti, con inevitabile ricaduta qualitativa sull’apprendimento degli alunni;
– la contrazione dell’orario scolastico andrà a discapito delle materie tecniche, ossia proprio quelle che formano l’allievo nell’indirizzo prescelto, inoltre la riduzione del 30% degli insegnanti di laboratorio impoverirà l’offerta formativa degli istituti, oltre a rendere meno sicure le esercitazioni nei laboratori;
– trasformando la scuola pubblica in istituti-fondazione in mano ai privati, le scelte organizzative e le stesse scelte didattiche verranno fortemente condizionate, o addirittura determinate, dalla consistenza e dalla provenienza delle donazioni, inoltre l’istruzione da diritto si trasformerà in un servizio a pagamento.
 
    Pertanto, si esprimono viva preoccupazione e notevole disappunto riguardo i punti trattati, auspicando al contempo una politica lungimirante sulla conoscenza, vista non come una voce di spesa da tagliare ma come un investimento per il futuro sociale, culturale ed economico del Paese. da aetnanet

 

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