«Dopo quella di Lazzaro, credo che la mia sia la risurrezione più clamorosa nella storia». Firmato Jorg Haider. Lo aveva detto dieci giorni fa in un’intervista al “Giornale”, ricordando il recente successo del suo nuovo partito alle elezioni in Austria.
Nella stessa non aveva nascosto le sue simpatie per la Lega di Umberto Bossi: «Siamo, per certi aspetti, l’equivalente della Lega». E difatti dal partito di Bossi arriva un coro di reazioni solidali per la scomparsa del «grande amico».
Il più nostalgico è l’europarlamentare Mario Borghezio della Lega Nord. «Muore, con Joerg Haider, un grande europeo, uno strenuo combattente dell’Europa dei popoli contro la deriva centralista dell’Europa di Bruxelles. Un risvegliatore di popoli, come Bossi, un grande amico della Padania, ingiustamente calunniato dai servi sciocchi del politicamente corretto e dell’antirazzismo ipocrita», Borghezio poi annuncia la commemorazione all’inaugurazione a Milano del corso di preparazione politica della “Fondazione federalista per l’Europa dei popoli”.
Per Umberto Bossi «era uno che vinceva. E quando si è capaci magari si finisce con il dare fastidio a tanta gente». Bossi ha anche ricordato di avere visto per caso, recentemente, la giovane figlia dell’uomo politico austriaco «alla festa della birra che si è svolta all’ambasciata tedesca a Roma».
Valanga di telefonate di rimpianto e commemorazione su Radio Padania libera, emittente della Lega Nord. Tre ore di trasmissione in diretta, condotta dal deputato Matteo Salvini, che è anche vice segretario della Lega Lombarda, sul filo del ricordo e della testimonianza da parte di molti ascoltatori che avevano conosciuto o incontrato il politico austriaco, il quale, alcuni anni orsono era anche intervenuto come ospite a feste leghiste in Veneto.
Una ascoltatrice, Fiorenza, che ha chiamato dal Veneto ha raccontato, in lacrime, che nella sua camera tiene sul comodino tre foto «quella di Bossi, quella di Papa Luciani e quella di Haider». Definito da molti ascoltatori «un amico della identità dei popoli e della Padania»,
ricordato da Duilio di Udine come «una persona semplice e molto affabile, lo avevo incontrato in agosto in montagna e subito mi era risultato simpatico». Haider è stato difeso da quasi tutti gli intervenuti: «è ora di finirla di dipingerlo come un razzista e uno xenofobo, era solo un difensore dei popoli».
Moltissimi sono stati anche gli ascoltatori che hanno espresso il desiderio di partecipare a titolo personale ai funerali del politico austriaco, chiedendo anche una rappresentanza ufficiale della Lega alle esequie.
Per il conduttore-deputato Matteo Salvini «Haider ha lasciato un ricordo profondo da parte di chi ha capito che non era un leader xenofobo come invece si era cercato di dipingerlo».
Per l’ex ministro e ora eurodeputato Francesco Speroni «è una grande perdita, soprattutto in un momento cruciale come questo».
Per il capogruppo al Senato Federico Bricolo, Haider «ha dimostrato che quando si è convinti delle proprie idee e in nome di esse si porta avanti una battaglia con coraggio senza indietreggiare di fronte agli attacchi di tutti, alla fine si è premiati dal popolo e dal territorio e si ottiene successo».
Haider però aveva estimatori anche a destra. E Francesco Storace lo ha subito celebrato sul suo blog. «Crediamo che Haider abbia interpretato la voglia di una parte del suo popolo di ribellarsi al pensiero unico, di riappropriarsi di un’etica che proprio nei giorni della crisi finanziaria mondiale torna alla ribalta come necessità di riscatto morale.».
Non da meno vuole essere Luca Romagnoli, segretario nazionale della Fiamma Tricolore. «L’improvvisa scomparsa di Joerg Haider ci lascia sgomenti», il governatore della Carinzia, ha ricordato, «ha rappresentato per decenni la destra in Austria».