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Centrodestra spaccato in Parlamento e nel governo in Sicilia.

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Lombardo si gioca tutto, nel mirino lobby e protettori. Ormai la partita è tutta interna alla maggioranza di centrodestra, dove si fronteggiano due posizioni antitetiche: il Governatore, Raffaele Lombardo,che vuole mettere mano alla macchina regionale, rivoltarla come un guanto, e un folto gruppo di deputati regionali PDL – una trentina – e i deputati dell’UDC, che propende per interventi efficaci senza abbattere “il palazzo”.

La “lettura” di queste posizioni non è univoca. Lombardo è sospettato di volere sostituire l’establishment consolidato con uomini suoi e userebbe perciò l’arma del rinnovamento per costruire il suo “sistema” di potere. C’è chi, invece, nella contesa vede l’eterno confronto fra riformisti moderati e conservatori e c’è, infine, chi guarda alla vicenda politica siciliana come una guerra di posizioni che vedono schierata da una parte Lombardo e Miccichè, dall’altra l’UDC Cuffaro e il vertice PDL dall’altro, in testa al quale ci sono il deputato Dore Misuraca, coordinatore regionale, e il Presidente della provincia di Catania, Giuseppe Castiglione, vice coordinatore regionale. La leadership palermitana (Misuraca) e quella catanese (Castiglione, Firrarello), dunque, alleata per “contenere” Lombardo.

 

Dall’altra parte della barricata c’è il sottosegretario Gianfranco Miccich, il quale prosegue la sua battaglia al “cuffarismo” che caratterizzò la sua presidenza dell’Assemblea regionale siciliana. Miccichè non può contare su larghe solidarietà, i tempi della sua leadership siciliana inattaccabile sono lontani, il partito è passato nelle mani di Angelino Alfano, che lo ha guidato senza incertezze e, soprattutto, senza conflittualità, riuscendo a “sorpassare” lo stesso Miccichè, e diventando, il vero leader siciliano del Pdl. Nonostantre la difficile poltrona sulla quale siede, il Ministero della Giustizia, la visibilità di Alfano è aumentata e l’influenza, seppur discreta, sulle vicende siciliane è cresciuta di conseguenza. Alfano, però, non vuole entrare nelle questioni siciliane, la qualcosa concede ossigeno a Miccichè e, grazie a ciò, al governatore, impegnato nella sua missione impossibile.

Le forze in campo sono impari, il gruppo parlamentare PDL non è schierato con Lombardo, ma le volontà forti del governatore e dello stesso Micciché bilanciano il gap. Lombardo, infatti, non sembra affatto irretito dalla fronda contro il governo, subita anche in casa (sei assessori abbandonano la riunione di giunta sul disegno di legge proposto dall’assessore alla Sanità, Russo), rilancia e rivolge le sue accuse contro le lobby che, a suo dire, vogliono impedirgli di rimettere in carreggiata la Sicilia sia sulla sanità quanto negli altri settori.

“Le lobby degli interessi consolidati sono conosciute da tempo”, afferma senza peli sulla lingua, “E se ne scoprono sempre di nuove. Non le asseconderemo, nessuno può costringerci a cambiare i9dea, sono stato ingaggiato dai siciliani per fare il mio dovere e lo farò fino in fondo”.

Lombardo non vuole scendere a compromessi. “Non ho accettato la proposta di un ulteriore rinvio della riforma sanitaria”, spiega risoluto, “ho insistito per andare avanti subito. Non credo che ora servano i classici, stucchevoli chiarimenti politici”.

Il governatore non ha cambiato a ben vedere solo obiettivi e strategia, ma anche il “modo di stare in campo”. E su questa strada ha raccolto qualche successo che, al momento, però sembra marginale, come il consenso di Francesco Musotto, Presidente di Commissione all’Ars, che ha lasciato FI e si appresterebbe, secondo voci insistenti, a passare all’MPA (“Bene fa il Presidente Lombardo a non arretrare. Non bisogna dare spazio agli interessi particolari…”), e la probabile adesione della deputata di FI, Adamo, uscita anch’essa dal partito.

Il quadro di riferimento sembra chiaro, ma non altrettanto chiaro appare allo stato il ruolo dell’opposizione. Il Partito Democratico all’Ars può contare su un folto gruppo parlamentare, i numeri potrebbero concedere a Lombardo la maggioranza che manca alle sue proposte legislative ( sanità, riordino amministrazione regionale, consulenze, nuova regolamentazione del 118 ecc). In qualche occasione è arrivato il consenso a Lombardo in Aula, sugli obiettivi di Lombardo, invece, finora non c’ stata una presa di posizione.

Perché? Non è così’ semplice schierarsi. Da alcuni giorni il governo subisce un fuoco di fila di accuse e sospetti a causa della cosiddetta parentopoli. E questo spariglia le previsioni, mescola le carte, irretisce l’opposizione, non potrebbe essere altrimenti. Basta dare uno sguardo ai grandi giornali nazionali, per rendersi conto che sul governo Lombardo le idee sono confuse e non si sa che pesci pigliare. Bisogna crederci o no al Lombardo fustigatore di costumi inaccettabili?

La Repubblica ha dato ampio spazio a parentopoli, con inchieste che ne evidenziano le proporzioni, raccogliendo l’indignazione di quella Sicilia che invoca opportunità di lavoro per i giovani.

Il Corriere della Sera, invece, analizza la contesa fra Lombardo innovatore e l’establishment. Non deve meravigliare questa diversità.

Le due ottiche sono entrambe plausibili ed a causa di ciò potrebbero paralizzare il Parlamento regionale e accendere l’ingovernabilità, assai dannosa alla Sicilia in tempo di grave crisi economica e alla vigilia della riforma federalista.

Comunque sia, Lombardo ha deciso di giocare la partita all’attacco. Le sue esternazioni contro le lobby sono la spia di questa scelta.

Con chi se la prende il governatore? La risposta è facile.

Il lobbismo si anniderebbe nella sanità e segnatamente sanitario nel convenzionamento con i privati? All’accusa di Lombardo mancano solo nomi e cognomi. Ma è il segreto di pulcinella. Il Presidente dell’Aiop, l’associazione delle cliniche e delle case di cura private, è Barbara Cittadini, figlia delle’ex assessore alla Sanità, Ettore Cittadini, e moglie di Dore Misuraca, coordinatore di Forza Italia.

Barbara Cittadini, tra l’altro, è indicata negli ambienti che contano come l’astro nascente dell’imprenditoria e della politica siciliana.

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