10.10.208- ADNK -Oggi studenti in piazza per protestare contro i provvedimenti del governo in materia di scuola. La mobilitazione interessa tutta Italia; in più di 90 città gli studenti fanno sentire la propria voce contro il decreto della Gelmini. ”Diciamo no ai tagli previsti in finanziaria, no al taglio del personale – dice Stefano Vitale, coordinatore dell’UdS Roma – e chiediamo al governo una politica lungimirante sulla conoscenza, vista non come una voce di spesa da tagliare ma come un investimento per il futuro sociale, culturale ed economico del Paese”.
”Purtroppo – sottolinea – non vanno in questa direzione l’abbassamento dell’obbligo scolastico, il maestro unico, l’inesistenza di fondi per il diritto allo studio e l’edilizia scolastica”. Il corteo a Roma, con partenza a Piazza di Porta San Paolo, si è snodato attraverso via del campo Boario, via Zabaglia, ponte Sublicio fino ad arrivare a viale Trastevere per un’assemblea alla quale sono stati invitati a partecipare rappresentanti del Cidi (centro di iniziativa democratica degli insegnanti), della Flc-Cgil e genitori rappresentanti della scuola Iqbal Masic.
Bandiere rosse con la freccia dell’Unione degli studenti caratterizzano il corteo, insieme a striscioni, tanta allegria e musica a tutto volume. Da un camioncino altoparlanti mandano a tutto volume musica e slogan, subito dietro a un chiaro avviso: “Non è che l’inizio”. “Siamo 40mila” dicono gli studenti. Le parole della Gelmini che annuncia la reintroduzione del voto in condotta, trasmesse dall’altoparlante, vengono accolte dalla numerosa platea con ‘buu buu’ e fischi. Tra gli striscioni “Gelmini ministro della distruzione”, “Gelmini dai un taglio ai tagli”, o “Tagli al nostro futuro no agli stipendi dei politici sì”.
A illustrare le motivazioni degli studenti è Valentina Giorda, dell’Unione degli Studenti. “Il ministro Gelmini non ci ha voluto ascoltare – dice – ma con la protesta di oggi sarà costretta a farlo”. ”La riforma – spiega – è stata una riforma imposta, senza ascoltare l’opinione di nessuno. Una riforma imposta per decreto in modo scorretto con la quale si vuole far tornare indietro la scuola di 50 anni”. Al centro delle critiche degli studenti “il voto in condotta, che intende dare una soluzione di forza a quello che è invece un disagio”.
Gli fa eco Luca De Zolt, della rete degli studenti medi. “Siamo in piazza per svelare le spalle di un governo fatto di ‘balle e pupe’ che fa passare una riforma con un atto di bullismo. L’unica vera riforma – sottolinea – sono gli 8 miliardi di tagli alla scuola pubblica, il resto non porta la scuola nel futuro ma nel passato, in una scuola che non serve più che è quella dei nostri genitori”. Zolt lancia quindi due nuovi appuntamenti, per il 30 ottobre alla manifestazione nazionale per una mobilitazione generale della scuola con i sindacati e il 17 novembre in piazza per la giornata mondiale di mobilitazione studentesca indetta dal Social forum.
Anche un genitore prende la parola e, criticando il decreto Gelmini non lascia da parte il disegno di legge Aprea che, afferma, “aprirà alla privatizzazione della scuola, dall’asilo all’università. Questa volta chiudono il cerchio”. E invita a unire tutte le forze, genitori, studenti e insegnanti “insieme per bloccare queste riforme”.
Sempre in tema di scuola, oggi il ministro per la Semplificazione Normativa, Roberto Calderoli, a ‘Panorama del giorno’ su Canale 5, è intervenuto sulla figura del bidello. L’opinione del leghista è che ce ne sono troppi. In Italia, ha spiegato, i bidelli “sono oltre 160.000, un parametro assolutamente non in linea con il resto del mondo. Sono tantissimi – ha commentato Calderoli – anche se poi ci dobbiamo rivolgere a strutture esterne per le pulizie o per la gestione della mensa. A questo punto, dato che tutti i servizi vengono esternalizzati, non ho capito a cosa servano i bidelli“.