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Scuola, è sciopero generalecontro il decreto Gelmini

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Decisione di Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda I sindacati devono solo decidere la data. Gli studenti: «Il voto di fiducia sul decreto è un atto antidemocratico»

ROMA – Approvato dal Parlamento, il decreto Gelmini ‘sul maestro unico” è invece bocciato dal mondo della scuola che si prepara a scendere in piazza rispondendo all’appello dei sindacati. Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda hanno iniziato a discutere per decidere quale sarà la data dello sciopero generale del settore, se dovesse fallire, come è prevedibile, il tentativo di conciliazione (previsto per giovedì mattina) imposto dalla legge.Un appuntamento, quello messo in cantiere dai sindacati di categoria, al quale si arriva dopo una marcia di avvicinamento cominciata già da settimane e costellata da sit-in davanti al ministero, iniziative spontanee di protesta, occupazioni, ‘notti bianche’, dal Nord al Sud della penisola.

GLI STUDENTI – Venerdì un assaggio del malcontento arriverà ancora dagli studenti che manifesteranno in decine di città. «L’approvazione del voto di fiducia alla Camera sul decreto Gelmini – spiega l’Unione degli studenti – rappresenta un ulteriore atto antidemocratico di un governo che elude le tante manifestazioni di dissenso e con violenza prova ad affermare il proprio autoritarismo. Per questo venerdì porteremo in piazza tutta un’altra musica, alle 70 manifestazioni da noi organizzate». «Ci mobilitiamo – spiega un’altra associazione studentesca, la Rete degli studenti – contro i tagli di 8 miliardi di euro alla scuola pubblica, che è la vera riforma messa in campo dal Governo Gelmini-Tremonti-Berlusconi. Contro un Governo che conta balle, per rivelare la verità all’opinione pubblica».

I SINDACATI – Dai ragazzi la contestazione passerà quindi nelle mani del sindacalismo di base: i Cobas guidati da Piero Bernocchi, tra i primi, hanno proclamato uno sciopero, in calendario per il 17 ottobre. Insomma, il fronte della protesta è ampio e non si ferma certo alla scuola. Anche le università sono in subbuglio per i tagli previsti in Finanziaria. L’ateneo di Firenze è in prima linea: dopo l’occupazione delle aule del polo scientifico di Sesto Fiorentino e della facoltà di agraria, si è passati al volantinaggio e agli striscioni srotolati dai ponti Santa Trinità e Carraia contro tagli e privatizzazione; e giovedì si farà lezione per strada. Anche a Pisa assemblea in piazza: circa 3.000 persone fra ricercatori, impiegati amministrativi e tecnici precari, più studenti e professori, si sono ritrovati in piazza dei Cavalieri per discutere dei provvedimenti presi dal Governo, a partire dal precariato. Proteste anche nella Capitale, dove, dopo una settimana di agitazione, sono scesi di nuovo in piazza i precari degli enti pubblici di ricerca, per protestare, sotto il ministero dell’Istruzione, contro l’emendamento che sopprime di fatto le stabilizzazioni. Intanto, la Camera si è dedicata all’esame dei 242 ordini del giorno, per la maggior parte presentati dall’opposizione, al decreto legge Gelmini. Giovedì pomeriggio è previsto il voto finale sul provvedimento che dovrà, poi, passare al Senato.

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