La procura di Palermo ha chiesto la condanna a 5 anni di carcere e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici del deputato regionale del Pdl, Salvino Caputo.
Il parlamentare è accusato di falsa testimonianza aggravata. Secondo gli inquirenti, avrebbe mentito in aula per assicurare l’impunità all’ex presidente della Regione Salvatore Cuffaro. Contro l’imputato, ex sindaco di Monreale, si è costituito parte civile il Comune della cittadina per il “danno all’immagine” che Caputo avrebbe procurato all’amministrazione. La vicenda si collega alla deposizione in aula, nel processo per le “talpe alla Dda”, dell’avvocato Nino Zanghì, legale del medico Salvatore Aragona ed ex collega di studio di Caputo. Il penalista sostenne di essere stato avvicinato per due volte dall’allora sindaco di Monreale che gli avrebbe prima chiesto di non far rispondere il suo cliente, indagato insieme a Cuffaro, alla domande degli inquirenti e successivamente avrebbe tentato di avere informazioni sul contenuto delle sue dichiarazioni. Quest’ultimo ha poi cominciato a collaborare con la magistratura, divenendo teste d’accusa in alcuni processi. Caputo, ascoltato a sua volta dal tribunale, ha detto di avere avuto un solo colloquio con Zanghì, sostenendo però di essersi limitato a chiedere un suo consiglio sull’opportunità di assumere la difesa di Cuffaro, allora indagato.
“L’imputato che ha fatto dei proclami antimafia e sulla legalità un cavallo di battaglia politico non ha esitato a violare la legge per proteggere, in un processo per fatti di mafia, l’imputato, dal quale aveva ricevuto ed ancor più sperava di ricevere in futuro benefici e vantaggi di natura politica”. E’ uno dei passaggi della requisitoria del pm della Dda Nino Di Matteo, pubblica accusa nel processo al deputato regionale del Pdl, Salvino Caputo, imputato di falsa testimonianza nell’ambito dell’inchiesta che portò al cosiddetto processo alle talpe della dda. Ad essere beneficiato dalla presunta falsa testimonianza del parlamentare, secondo il pm, sarebbe stato l’ex governatore siciliano Salvatore Cuffaro, allora indagato per concorso in associazione mafiosa, reato poi derubricato in favoreggiamento aggravato. Cuffaro, il 18 gennaio scorso, è stato condannato a 5 anni per favoreggiamento semplice. L’udienza è stata rinviata al 29 ottobre per le arringhe difensive.