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La giunta di governo approva disegno di legge che taglia indennità e stipendi degli amministratori locali. Una scommessa audace.

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Risparmi, tagli, una svolta: un disegno di legge d’iniziativa governativa propone un  giro di boa, toglie al popolo degli amministratori locali, un bel po’ di soldi. Che cosa è mai successo? L’emergenza finanziaria? L’avvento del federalismo fiscale? Lombardo vuole mostrare i muscoli? IL governo è deciso a tirare la cinghia ed invertire la tendenza?

Ogni ipotesi è buona.

E quante possibilità ha la proposta legislativa, che reca la firma dell’assessore agli enti locali, Scoma, di arrivare in porto?

I bookmakers di Londra ci stanno ragionando, ma le previsioni non dovrebbero essere lontane dal cento a uno. Se scommetti un euro sul buon esito, prendi cento, se punti cento euro, ne prendi mille. Se hai denaro da investire, piuttosto che consegnarlo ai fondi comuni contagiati dal subprime, scommetti sul successo di Scoma. I miracoli si verificano; di rado, ma capitano quando meno te l’aspetti.

Se l’iniziativa legislativa s’inceppa, vuol dire che il popolo degli amministratori, legato a doppia mandata con deputati regionali e nazionali, ha scatenato la fine del mondo; alla presentazione del disegno di legge un coro di consiglieri comunali, assessori, sindaci avrà usato il lanciafiamme contro il governo regionale, l’assessore e tutti quei deputati che avranno osato prendere in considerazione la proposta.

Possiamo anticipare i contenuti della manovra di sbarramento: l’esempio deve venire da Sala d’Ercole. Non avete le carte in regola per chiederci di tagliare indennità e stipendi, diranno. Date voi l’esempio, diminuitevi gli emolumenti, risparmiate sui contributi ai gruppi parlamentari e all’aggiornamento culturale. Prendetevi vitalizi a misura d’uomo. Cominciate la lotta agli sprechi a casa vostra, a Palazzo dei Normanni.

Ed è proprio qui il punto. Se si comincia con i consiglieri di quartiere e poi via via sempre più in alto, si arriva proprio all’Assemblea regionale siciliana.

E se ciò non avvenisse?

Vorrebbe dire che si è sulla strada giusta e che bisogna proseguire per questa strada, dimostrando che dopo avere messo le mani nelle tasche altrui, si è capaci di metterle nelle proprie.

Ma andiamo al dettaglio dell’iniziativa legislativa.

Il provvedimento, come riporta il ‘Giornale di Sicilia’, dovrebbe arrivare nell’aula dell’Assemblea regionale prima della manovra di bilancio. Fra le norme previste dal disegno di legge approvato dalla giunta guidata dal presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, ci sono la riduzione del numero degli assessorati nei Comuni e nelle Province, taglio alle indennità aggiuntive per sindaci e presidenti, gettoni di presenza al posto di stipendi fissi per i consiglieri. Non è finita, c’è anche l’addio all’aspettativa retribuita per gli eletti nei consigli e niente più retribuzione per i consiglieri nelle circoscrizioni dei comuni non capoluogo, stop al cumulo per sindaci e presidenti di Provincia col doppio incarico di deputato e ai permessi per i consiglieri-dipendenti che non potranno più andare in aspettativa con contributi a carico dell’ente.

I consiglieri percepiranno un gettone al posto dello stipendio: a Palermo sarà di 126 euro, con un tetto massimo d’incasso mensile (intorno a 1.900 euro, oggi fino a 2.500 euro

I comuni sopra i 500 mila abitanti potranno avere al massimo 12 assessorati, 7 e non più 10 quelli con meno di 100 mila abitanti.

Il ddl consente notevoli risparmi per gli enti locali.

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