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FEDERALISMO. IL CDM APPROVA IL DISEGNO DI LEGGE:ECCO LE PRINCIPALI NOVITA’

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3.10.2008-Il testo della Riforma Calderoli per realizzare il federalismo fiscale in attuazione dell’art. 119 della Costituzione ha lo scopo di assicurare “autonomia di entrata e di spesa di Comuni, Province, città metropolitane e Regioni rispettando i principi di solidarietà e di coesione sociale”. Si tratta di una legge delega di sistema che richiede successivi decreti attuativi che il governo si impegna ad approvare entro 24 mesi.

I punti centrali della riforma sono quelli che i decreti legislativi dovranno realizzare: autonomia e responsabilizzazione finanziaria di tutti i livelli di governo; attribuzione di risorse autonome a Regioni ed enti locali secondo i principi di territorialità, sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza; superare il criterio della spesa storica.

E ancora, tra i punti qualificanti del provvedimento, la correlazione tra prelievo fiscale e benefici; l’istituzione di tributi regionali e locali; la facoltà per le Regioni di far compartecipare gli enti locali al gettito dei tributi; premi ai comportamenti virtuosi ed efficienti; garanzia del mantenimento di un adeguato livello di flessibilità fiscale tendenzialmente uniforme sul territorio nazionale; riduzione della imposizione fiscale statale in misura adeguata alla più ampia autonomia di entrata delle Regioni; territorialità dell’imposta; tendenziale corrispondenza tra autonomia impositiva e di gestione. Il meccanismo della legge sarà realizzato e verificato da una Commissione paritetica per l’attuazione del federalismo fiscale e da una Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica. Per le Regioni è previsto che “dispongano di tributi e di compartecipazioni erariali in grado di finanziare le spese” delle loro competenze; della potestà di modificare le aliquote dei tributi. A evitare diseguaglianze sarà il Fondo perequativo a favore delle Regioni con minore capacità fiscale per abitante. Per gli enti locali la legge individua i tributi propri di Comuni e Province e stabilisce che gli introiti deriveranno dalla compartecipazione all’Irpef, da tributi propri e da un fondo perequativo. Le Regioni possono istituire nuovi tributi comunali e provinciali di cui i beneficiari possono aumentare le aliquote.

Gli enti locali, infine, hanno piena autonomia per fissare le tariffe per prestazioni o servizi. Sempre le Regioni devono istituire due fondi a favore di Comuni e Province per concorrere al finanziamento delle funzioni trasferite. Il finanziamento delle città metropolitane avviene anche con tributi specifici e quello di Roma Capitale con specifici stanziamenti i quote aggiuntive di tributi erariali. I decreti attuativi del federalismo inoltre daranno a Regioni, Comuni, città metropolitane e Province un loro patrimonio. Infine a fronte dell’assegnazione di nuove funzioni le Regioni a statuto speciale, così come a quelle ordinarie, avranno finanziamenti “attraverso la compartecipazione a tributi erariali e accise”.Ansa

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