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generosità di Berlusconi e la prodigalità amministrativa del suo medico personale, Scapagnini

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 l Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha regalato alla giunta di centro destra del Comune di Catania 140 milioni di euro per risanare un buco nelle casse della città sicula. I titoli dei grandi giornali non hanno dubbi, il Cavaliere ha messo le mani al portafogli per dare una mano alla città in cui il suo medico di fiducia, Umberto Scapagnini, ha fatto il sindaco a lungo senza lesinare soldi per fare felici i catanesi.

Per sistemare i conti ne servirebbero secondo alcuni 300 ancora, secondo altri ce ne vorrebbero almeno 700 e forse di più. Il buco del comune di Catania è un pozzo senza fondo e l’intervento del Cavaliere rischia di essere solo un palliativo. Anzi, come spiega qualcuno, potrebbe avere un effetto negativo. Anziché risolvere i problemi, potrebbe renderli più gravosi.

 

L’Onorevole Roberto Fiore di Forza Nuova è irritato dal regalo di Berlusconi. Ritiene che servirebbe sapere come sono andate le cose, pretende “chiarimenti su come e dove sono stati buttati i soldi di Catania”. “E’ evidente il trattamento di favore nei confronti del farmacologo di Berlusconi, il sindaco Umberto Scapagnini, che nel luglio 2008 risulta indagato, assieme ad altri 40 funzionari comunali, per il buco di bilancio creato durante i suoi 8 anni di amministrazione”.

 

Al di là del merito, tuttavia, vale la pena di riflettere sulla forma in cui la notizia è arrivata ai giornali. E’ come se Catania fosse stata salvata con il denaro del Presidente del Consiglio. Non è più il governo ad intervenire ma Berlusconi, Il suo è un cadeau alla città di Catania, che se lo merita.

E invece è bene ricordare che non lo è, è un regalo fatto dai contribuenti italiani ad una città amministrata in modo pessimo.

 

Il fatto che la magistratura stia indagando sul buco del bilancio catanese non conforta minimamente. Sarebbe bene che fosse la politica ed intervenire, raccontando come stanno le cose, chi ha sbagliato e perché. Anche per non lamentare, poi, l’invasività dei PM che mettono il naso ovunque.

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