Giustizia, governo battuto alla Camera
Il governo intanto continua a snobbare il Parlamento. Il premier Silvio Berlusconi intende spingere al massimo sull’utilizzo dei decreti legge. Lo sottolinea rispondendo ad una specifica domanda nel corso della conferenza stampa a Napoli. «Credo che il premier debba utilizzare quello strumento che sono i decreti legge – dice, portando come esempio quello sulla prostituzione – soprattutto quando accade che se si informa di un disegno di legge, non si sa neppure se sia stato assegnato ad una commissione. Credo che in questi casi si debba intervenire con un decreto, imponendo (testuale, Ndr) al Parlamento di occuparsene. Procederemo il più possibile in questo modo in quelle situazioni in cui lo riteniamo urgente». Gli risponde il capogruppo Pd al Senato Anna Finocchiaro: «Berlusconi conferma di avere una concezione primitiva della democrazia e autoritaria del governare. Ascoltarlo mentre minaccia di governare solo attraverso la decretazione d’urgenza e sentirlo considerare i lavori parlamentari troppo farraginosi dovrebbe convincere anche i più scettici che quello che stiamo denunciando sulla crisi democratica dell’era Berlusconi è drammaticamente vero. Se ne deduce – aggiunge – che nella sua concezione della democrazia il Parlamento è un inutile inciampo. Come si sentono i parlamentari del Pdl nell’essere silenti e obbedienti “yes man” dei voleri del capo?». «Se considera necessario un decreto per i graffiti sui muri cosa arriverà a fare per la riforma della giustizia?» si chiede ancora Anna Finocchiaro che ricorda «al premier “dimezzato” che sia i Presidenti di Camera e Senato, sia tutti i presidenti delle Commissioni parlamentari appartengono alla maggioranza e che l’opposizione a Palazzo Madama, ancora una volta qualche giorno fa, ha chiesto una diversa organizzazione dei lavori per consentire al Senato di lavorare di più e meglio». «Il nostro interesse è che funzioni il Parlamento. Attendiamo una risposta» conclude l’esponente del Pd.
Anche il ministro Tremonti ha ben poca considerazione del Parlamento. «Il ministro dell’Economia non trova il tempo, ha un’agenda così fitta che non può consentirsi quello che in tutto il mondo, tutti i governi stanno facendo, ha troppi impegni per cui non può venire in Parlamento a rassicurare i cittadini sulla crisi internazionale». È l’attacco del presidente del deputati del Pd Antonello Soro, al termine della riunione dei capigruppo di Montecitorio dalla quale è emerso che il ministro dell’Economia Giulio Tremonti sarà giovedì in Aula a illustrare la finanziaria e non anche a parlare della crisi economica internazionale. «Pensavamo – afferma Soro – che fosse interesse del governo utilizzare la nostra richiesta di sentire il ministro per informare il Parlamento e i cittadini, invece nella sua agenda non c’è spazio, evidentemente lo considera un argomento residuale….».
Stessa linea dall’Udc, con il vicepresidente dei deputati Michele Vietti. «Ci è stata proposta – attacca il centrista – la soluzione dalle 8:30 alle 10 per l’informativa sulla crisi dei mutui, la Finanziaria e la nota di aggiustamento, un’ipotesi francamente offensiva per il Parlamento». «A noi – conclude – pareva un gesto di collaborazione con il governo quello di offrire una occasione per venire in Parlamento a rassicurare i cittadini, se a questo ci rispondono che il ministro alle 10 ha un altro appuntamento, mi sembra francamente una situazione imbarazzante per il governo. L’opposizione ha detto che non avrebbe insistito e ora il governo si prende la responsabilità di non venire nella sede appropriata a riferire della situazione».
Governo battuto a Montecitorio sulla questione del “filtro” in Cassazione. La Camera dei deputati ha approvato un emendamento presentato dal Pd che dichiara inammissibile il ricorso in Cassazione contro una sentenza d’appello, che confermi il giudizio di primo grado.
La seduta è stata sospesa su richiesta della relatrice, Bernini (Pdl).
Per il ministro ombra del Pd, Lanfranco Tenaglia «è stata punita la protervia del Governo che è andato sotto su emendamento tutto fondato sulla nostra costruzione. L’arroganza non paga mai».
Per Michele Vietti, vicepresidente dei deputati Udc, «la vittoria è tutta politica. Di fronte ad un governo che ha rifiutato qualunque apertura. Sono andati sotto a causa delle assenze. Chi fa la voce grossa, deve avere anche i numeri…».
Per il sottosegretario alla Giustizia Elisabetta Alberti Casellati «l’emendamento che è stato accolto dall’Aula della Camera non stravolge l’impianto della norma, anzi aggiunge un’ulteriore ipotesi di filtro in Cassazione».