ROMA – Il destino di Alitalia dopo il ritiro dell’offerta da parte della Cai non è ancora chiaro, ma le conseguenze politiche sono già evidentissime. Non era passata neppure una manciata di minuti dall’annuncio del dietrofront della cordata guidata da Roberto Colaninno, quando dalle fila di governo e maggioranza è partita una raffica di pesantissime accuse contro la Cgil, i sindacati dei piloti e l’opposizione alle quali il sindacato guidato da Guglielmo Epifani ha faticosamente tentato di tenere testa: “Lo scaricabarile sulle responsabilità, soprattutto se preventivo – ha replicato – non è degno di un paese civile”.
Tra i primi a sferrare l’attacco, il presidente del Consiglio in persona. “La situazione è drammatica, potremmo essere di fronte a un baratro – ha detto Silvio Berlusconi – Ci sono responsabilità della Cgil e dei piloti. E ci sono anche responsabilità politiche”. Il compito di articolare nel dettaglio la posizione è toccato poi al ministro del Lavoro Maurizio Sacconi. “Il ritiro – ha accusato – è la logica conseguenza dell’assurda posizione ostruzionistica assunta dalla Cgil in alleanza con le sigle autonome di piloti e assistenti”.
Ricostruzione che in serata, in una conferenza stampa, il segretario del maggiore sindacato italiano ha tentato di smontare, chiarendo che la colpa è “di un negoziato nato male e proseguito peggio”. “Non ho mai visto – ha aggiunto – una trattativa in cui ogni giorno c’è un ultimatum e tra un ultimatum e l’altro non si lavora sui problemi”.
Denunciati i gravi problemi di metodo, Epifani ha controbattuto anche sul merito. La Cgil, ha ricordato, ha espresso sul piano di salvataggio di Alitalia “una sottoscrizione inequivoca per le parti di sua rappresentatività”, ma per quanto riguarda piloti e assistenti di volo, non poteva prendere una posizione “per un problema di democrazia sindacale: decide il 51% dei lavoratori. E le sigle confederali, tutte insieme, hanno una rappresentatività di gran lunga al di sotto di questa soglia”. “Sa di ideologia e non di rispetto della verità”, ha concluso Epifani, scaricare sul sindacato la responsabilità per il fallimento della trattativa.
Intanto, dalle “retrovie” della maggioranza, hanno continuato a piovere accuse gravissime, espresse spesso con parole pesanti. Il capogruppo della Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, non ha esitato a definire “un atto criminale” le scelte di Cgil e sindacati autonomi. Appena più sfumata la dichiarazione del leghista Cota: “Il comportamento del sindacato nella questione Alitalia – ha detto – è fuori dalla storia ed irresponsabile, perché danneggia i lavoratori ed il Paese. In questo modo si fanno solo danni su danni”. Allarga invece il campo dei cattivi anche al Pd il capogruppo del Partito della Libertà Fabrizio Cicchitto. La responsabilità dell’epilogo negativo delle trattative, ha sostenuto, “ha solo due responsabili: i sindacati, cioè la Cgil, che hanno giocato al rilancio in una situazione che non lo consentiva, e il Partito democratico che ha adottato la strategia del ‘tanto peggio tanto meglio'”.
Ma dopo il precipitare della situazione, a prendere di mira le sigle che non hanno sottoscritto l’offerta della Cai, è stato anche il “fronte del sì”. Tra i più critici il segretario della Cisl Raffaele Bonanni. “E’ stata la follia di pochi e di alcune sigle sindacali che hanno portato alla chiusura delle trattative, per responsabilità di pochi pagheranno in molti”, ha denunciato. Feroce anche le parole scelte dal leader della Uil Luigi Angeletti: “L’azienda era morta e qualche mio collega si accinge a fare il becchino”, ha aggiunto. Duro anche il giudizio di Renata Polverini, dell’Ugl. “A questo punto – ha detto – è chiaro chi ha operato nell’esclusivo interesse dei lavoratori di Alitalia e chi invece ha preferito sottostare ad altre logiche, mettendo una pietra tombale sull’ultima possibilità concreta di salvare l’azienda”.
A puntare l’indice contro il governo è invece il ministro ombra del Pd Pierluigi Bersani. “Se siamo arrivati fin qui – ha dichiarato – Berlusconi non cerchi colpevoli. Il colpevole è lui. Purtroppo questo è l’esito di una operazione spregiudicata e irresponsabile che il governo ha imposto e ha mal guidato”.