Totò Cuffaro, davanti all’Hotel Astoria di Palermo, non ha deluso i giornalisti che lo attendevano al varco insieme ai tanti amici e fans.
E’ come se si fosse liberato di un peso: “Ho il diritto di aiutarlo”, ha detto proprio così; il diritto, non il dovere di farlo, essendo un suo amico, ha precisato a scanso di equivoci.
Un lapsus? Non crediamo proprio.
Raffaele Lombardo dovrebbe saperlo bene che non si tratta di “sbaglio”, che è una cosa terribilmente seria questa rivendicazione all’incontrario. Il dovere di ascoltare spetta al Presidente della Regione, che non ci sente da quell’orecchio, mentre dall’altro ci sente e come, ma solo se a parlare e Massimo Russo, attuale assessore alla Sanità.
La querelle è tutta qui e non sarà facile superare il dissenso.
La sanità, infatti, è la materia per la quale Cuffaro rivendica il diritto e Lombardo non sente il dovere di ascoltare.
Una questione di non poco conto, il mondo della sanità è in fibrillazione, le cliniche e i laboratori convenzionati sono su tutte le furie, il deficit sommerge il bilancio regionale. Su questo terreno si sono fatte e disfatte alleanze, sono nati partiti, sono sorti conflitti, sono andate in galera molte persone e altre tremano, perché non è ancora finita la stagione dei processi. Non per nulla il Presidente della Regione ha affidato ad un magistrato la patata bollente. Russo presidia la zona, non è un tecnico ma si è fatto idee sue e non sarà facile per nessuno, ivi compresa la maggioranza di governo e lo stesso Presidente, farlo tornare indietro.
Non conosciamo Russo, non ha fama di essere un carro armato, ma nemmeno una foglia che può essere trascinata dal vento autunnale.
Le cose stanno in modo che devono stare tutti attenti, a cominciare dallo stesso Russo, atteso anche lui al varco.
Ma l’assessore finora viaggia come una locomotiva, non sente il fiato di alcuno, né di Cuffaro né di altri; nessuno parla al conducente, insomma. Ogni parola perché potrebbe essere interpretata male. E sulla stampa è in gran spolvero, i giornali gli dedicano pagine su pagine, interviste, foto in tutte le dimensioni ed elogi, felpati e plateali.
Se qualcuno consultasse la collezione dei giornali siciliani dopo una lunga assenza dall’Isola sarebbe indotto a credere che il governo sia proprio l’assessore Russo in collaborazione con l’altro ex magistrato, Ilarda. Conquistare i giornali, comunque, non vuol dire “governare”, ma aiuta. Se hai l’opinione pubblica dalla tua parte – è invalsa l’idea che i giornali la rappresentino – è tutto più facile: ove capitasse di sbagliare, le ragioni rimarrebbero dalla stessa parte.
Il fatto che della sanità siciliana si stia occupando un ex magistrato, Massimo Russo, invece che un tecnico, l’ex assessore La Galla, divenuto rettore dell’Università di Palermo, non è estraneo alle difficoltà del contesto e alla necessità di tenere duro.
A Cuiffaro tutto questo non sfugge e deve andarci con i piedi di piombo. Rivendica le sue benemerenze, spiega le sue ragioni, ribadisce amicizia e, insieme, il diritto di essere ascoltato, nel senso che le sue opinioni devono pur contare qualcosa.
Cuffaro ha il diritto di entrare in argomento, confrontarsi con il Presidente.
La sua linea di condotta è semplice: adoperare la frusta è sbagliato, accettare i diktat romani in materia di rientro del deficit altrettanto sbagliato, la battaglia contro i convenzionati idea, perché il “rosso” dei conti non dipende affatto da loro, viene dagli ospedali. Aspettate, non affrettatevi, suggerisce Cuffaro, e quando vedrete i conti degli ospedali pubblici, capirete che la spesa pubblica ha da sopportare macigno.
Il tema tiene desta l’attenzione dei partiti della coalizione, tanto che è stata organizzata una riunione al massimo livello. I rimproveri di Cuffaro non lasciano adito a dubbi sulla posizione dell’Udc nel vertice. “L’ex assessore alla sanità, Roberto La Galla, ricorda Cuffaro, aveva elaborato un piano, io stesso avevo concordato con Prodi tutto quanto, e non si può dire che l’ex Presidente ci volesse bene. I provvedimenti concordati sono stati esaminati con le categorie interessate. Oggi, invece, accade il contrario, l’assessore Russo ha demonizzato il settore…”.
Infine un consiglio a Lombardo, ancora uno. “Vada a chiedere al Presidente del Consiglio Berlusconi ed al Ministro Tremonti una revisione del piano di rientro”.
Insomma, non te la devi prendere con i convenzionati, te la devi prendere con il governo nazionale. E lo dice uno che ha il diritto di ricordartelo. da siciliainformazioni