Pur senza rinunciare a un certo manicheismo da comizio – quando avverte che “sull’approvazione del federalismo divideremo gli amici dai nemici e i nemici lo saranno per sempre” – Umberto Bossi, nel giorno della festa della Lega a Venezia, corroborata dal primo sì del governo al ddl Calderoli, lancia “l’anima gentile” del federalismo. Il leader del Carroccio si è fatto attendere sul palco di Venezia, d’altra parte ai suoi assiepati su Riva degli Schiavoni nonostante la pioggia (150mila persone secondo gli organizzatori), portava in regalo quello che ha ottenuto giovedì in Consiglio dei ministri, ovvero un passo avanti per il federalismo fiscale.
Si è fatto attendere fin quasi alle 14 e così sul palco hanno dovuto susseguirsi gli interventi di alcune decine di esponenti minori della Lega per prendere tempo. E quando il Senatur è arrivato è anche spuntato il sole, così che ha potuto farci sopra una battuta: “Il sole ci segue, lo avete portato voi, è il sole delle Alpi, il sole dell’anima”. Ringraziati i suoi, presenti nonostante il freddo e la pioggia a tratti imperiosa, Bossi è partito in quarta. “E’ passato il federalismo in consiglio dei ministri – ha detto – e adesso arriva in commissione dove si litiga molto, poi andrà in aula, dove si fa finta di non litigare perché lì la gente lo vedrebbe. Ma sarà evidente a tutti e tutti la scopriranno l’anima gentile del federalismo”. “Certo – ha proseguito – sarà anche il momento in cui vedremo chi è davvero amico del federalismo e chi no. E i nemici lo saranno per sempre”.
E dopo una breve parentesi di ricordi – “qui siamo venuti il 15 settembre del ’96 per lanciare il progetto dell’ indipendenza, ma dovremo tornare dall’anno prossimo in primavera perché questa sia una festa di primavera” – Bossi ha detto che “il federalismo fiscale cerca di mettere a posto il problema dello Stato italiano che non ha una lira per pagare le pensioni e per mettere a posto le strade. Tutto questo perché le regioni sbattono via i soldi”. Secondo il ministro delle Riforme, “dare tanti soldi non serve a far crescere le regioni che sprecano, anzi serve ad anestetizzare la classe politica di quelle regioni. E allora occorre obbligare i politici a fare le scelte giuste e a non buttare i soldi, i soldi mica crescono sugli alberi al Nord, teste di c… di Roma ladrona. Va bene aiuti a chi ne ha bisogno ma non più sulla spesa storica”.
Poi l’apertura al futuro: “Certo ci sono ancora molti che sperano che si torni alla prima Repubblica ma il Paese ha bisogno di futuro e quindi di federalismo fiscale”. Prima di lui avevano preso la parola anche i ministri leghisti e in particolare il responsabile del Viminale Roberto Maroni, che aveva esordito con un “Padania libera” e ribadito il no della Lega al voto agli immigrati e la inflessibilità del Carroccio sui temi della sicurezza; e c’era stato Roberto Calderoli che si è definito “un mulo”, spiegando “me lo dicono perché lavoro come una bestia, e tiro anche calci. Con Bossi abbiamo inventato un tandem formidabile, lui guida e io pedalo”.
Ma Calderoli ha battuto soprattutto sul tema del federalismo, sottolineando che a suo parere federalismo fiscale e costituzionale nel 2009 potranno camminare insieme e arrivare insieme in porto. Poi, la chiusura di Bossi con il rito dell’acqua del Po, del Tagliamento e del Piave versati in Laguna e la frase finale: “Siamo partiti come due gocce d’acqua e siamo diventati come il fiume Po, tutti sanno che quando io parlo dietro di me ci sono milioni di persone e se bocciassero il federalismo sarebbe bocciare milioni di cittadini”.
dell’inviato Maurizio Lucchi da siciliaInformazioni