Per la prima volta nella storia della scuola genovese, il privato sale in cattedra, nello Stato Le cooperative ingaggiate al “San Gottardo” dalla Repubblica12-09-2008
“Le ore pomeridiane sono scoperte, non ci solo alternative a questa soluzione”
GIUSEPPE FILETTO
Il Ministro presenta il conto. Già nel primo giorno di scuola. Tre euro al giorno. Per la prima volta nella storia della scuola genovese, il privato sale in cattedra, nello Stato; i direttori ricorrono agli “insegnanti ad ore”, al personale delle cooperative, pagato dalle famiglie. La singolare iniziativa è dell´Istituto Comprensivo San Gottardo (cinque scuole, 756 alunni), ma destinata ad espandersi. Il direttore scolastico, Clemino Casalgrandi, di fronte ai 60 maestri (80 mila in Italia) tagliati in provincia di Genova dalla Riforma-Gelmini, dice che non ha potuto fare altro che chiedere ai genitori come assicurare il tempo prolungato ai bambini già iscritti. «Con le famiglie abbiamo deciso che saranno loro a pagarsi la copertura delle ore pomeridiane – confessa Casalgrandi – utilizzando personale delle cooperative, che in quelle ore terrà gli alunni, li aiuterà nello svolgimento dei compiti».
A ogni educatore saranno affidati 10 allievi e ciascuna famiglia pagherà 3 euro, nelle 4 ore in cui cessa la sua attività il maestro curriculare, quello pagato dallo Stato: dalle 12.30 alle16.30. La cifra, finora contenuta è destinata a lievitare; comunque, a fine anno si calcolano circa 150 euro e, soprattutto, crea un rischioso precedente. «Nella nostra scuola ci siamo visti tagliare 3 insegnanti – spiega il direttore – questo, inevitabilmente, comporta la contrazione dell´orario, l´eliminazione di un pomeriggio la settimana in ogni classe». L´effetto sarebbe stato la cancellazione del tempo prolungato. Con prevedibili disagi per le famiglie che lo scorso gennaio, al momento dell´iscrizione, scelsero il “modulo”: tre maestri su due classi.
C´è di più. Alla elementare Borsi l´insegnante di Inglese non è più pagato totalmente dal Ministero dell´Istruzione, che gli ha fatto un contratto per 23 ore settimanali, così il direttore scolastico per garantire il resto, ha messo mano al fondo d´istituto: «È un´autentica anomalia – sentenza il maestro Marco Scannavini – i tagli delle risorse costringono le scuole a ricorrere alle risorse interne o ad appoggiarsi alla famiglie».
Non basta: Maria Stella Gelmini ha blindato le deroghe che fino allo scorso anno venivano concesse alle scuole per affrontare il sostegno agli handicappati. «Se domani ci trovassimo di fronte ad esigenze, sopraggiunte dopo l´inizio dell´anno scolastico, come il trasferimento di un disabile da una scuola all´altra, non sapremmo come affrontarle», ammette Roberto Pozzar dell´Ufficio Handicap della Direzione Scolastica Regionale.
Sono le prime, vere, conseguenze della Legge 133, di quel capitolo di contenimento della spesa pubblica che riguarda la riduzione del personale della scuola. Che ha applicazione immediata, mentre grembiulini obbligatori, voti sulle pagelle e di condotta passano in secondo piano. Come il maestro unico che dovrebbe entrare in vigore dal prossimo anno scolastico.
In ogni modo, lunedì, primo giorno di scuola, si inizia sull´onda della protesta. I Cobas ed i sindacati confederali partono con volantinaggi davanti a tutti i plessi scolastici. Ieri, Nicolò Scialfa, presidente provinciale dell´Associazione Nazionale Presidi, ha convocato i capi d´istituto al “D´Oria”: «Ci siamo limitati ad esprimere le nostre preoccupazioni