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Scuola, il Pd presenta la pregiudiziale di costituzionalità

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L’opposizione del Pd alla riforma della scuola si arricchisce di un’altra azione: la presentazione delle pregiudiziale di costituzionalità al decreto Gelmini. La pregiudiziale è stata firmata dai capogruppo del Pd nella commissione cultura e affari costituzionali, Manuela Ghizzoni e Sesa Amici, dal responsabile nazionale scuola del Pd, Maria Coscia, dai segretari d’aula Roberto    Giachetti ed Erminio Quartiani e da tutti i componenti democratici in commissione cultura. Il dito è puntato sulla urgenza, condizione necessaria per presentare un decreto legge, che il Pd non vede: l’«unica urgenza è quella di fare cassa a danno della scuola» si legge in una nota del partito.

Per i democratici il decreto Gelmini, continua la nota, «in più parti non risulta conforme ai requisiti di straordinaria necessità». In particolare il Pd critica l’articolo 2, quello relativo alla reintroduzione del voto in condotta: «Viene motivato da un supposto vuoto normativo che non consentirebbe di adottare misure disciplinari nei confronti degli scolari e alunni». Il tutto come se adesso «le scuole ed i docenti si trovassero impossibilitati ad adottare strumenti disciplinari».

Per poi non parlare degli altri aspetti delle riforma: «Il ritorno al maestro unico e la riduzione del tempo scuola a sole 24 ore alle elementari produrrà effetti molto differiti nel tempo per cui è difficile considerala una misura straordinaria ed urgente». Per i democratici in realtà un’urgenza c’è, ed è quella «finanziaria di disinvestire nella scuola» così come previsto, dalla anticipata manovra finanziaria del ministro Tremonti. Ma il Pd, conclude la prima firmataria, Manuela Ghizzoni, «è profondamente contrario a questa impostazione».

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