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Fischiano la Gelmini gli agenti li identificano. Il Pd: un’intimidazione

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Il ministro rilancia: cambierò le Medie

ROMA — Dal gruppetto di professori precari partono dei fischi e qualche invettiva: «vergogna», diretti alla Gelmini. Arrivano alcuni poliziotti in borghese. Prima li invitano a desistere. Poi li identificano.

L’opposizione insorge e chiama in causa il ministro dell’Interno. Sono i segni premonitori dell’autunno caldo della scuola. Il primo assaggio per il ministro ieri mattina, nel liceo romano «Newton», durante la presentazione del libro di Giovanni Floris: «La fabbrica degli ignoranti». C’erano nella platea alcuni docenti a tempo determinato, quelli assunti e licenziati ogni anno. Il ministro fornisce subito un’occasione per dissentire. Lo fa rispondendo al Pd che ha annunciato una serie di proteste per la fine del mese contro i tagli nella scuola. «Fate le vostre scelte — dice la Gelmini —. Non si può essere riformisti e scegliere la mobilitazione senza fare proposte. Spero che sarà un autunno di responsabilità. Sono aperta al dialogo, ma non defletto». I precari, sette otto in tutto, fischiano. Gridano. Altri, tra i presenti, applaudono. La scena si ripeterà più volte, fino alla conclusione dell’incontro. Niente di insolito e di sconvolgente. Se non fosse per l’intervento delle forze dell’ordine che di lì a poco scatenerà le proteste dell’opposizione. «Quanto avvenuto questa mattina è inquietante», dice Pina Picierno, ministro delle Politiche giovanili del governo ombra. «Ma in che Paese ci troviamo se ai fischi di qualche contestatore al ministro Gelmini si risponde con l’intervento delle forze di polizia? — si chiede l’esponente del Pd —. Si tratta di un gesto intimidatorio di cui chiediamo conto allo stesso ministro degli Interni».

«Da quando in qua in Italia, che se non sbaglio è ancora un Paese libero e democratico — afferma Silvana Mura, deputata di Italia dei Valori —, è vietato esprimere il proprio dissenso fischiando». Sul fronte opposto Daniele Capezzone, portavoce di Forza Italia: «Se il Pd procede in questa campagna aggressiva e immotivata contro il ministro Gelmini, questa scelta si rivelerà un boomerang per il centrosinistra». Le polemiche non sembrano però fare effetto sul ministro che tiene ferma la sua linea. Appellandosi ai severi dati Ocse sulla qualità della scuola italiana, ribadisce l’urgenza di riforme nell’organizzazione delle scuole elementari e annuncia altre novità: «cambierò la scuola media. C’è un deficit di formazione. Servono più italiano, più matematica, più inglese. Ho insediato una commissione che studia la riforma. Voglio farla presto». E anche dall’università arrivano altre polemiche: il ministro è stato costretto ad annullare uno degli 80 quesiti dei test di ammissione ad odontoiatria perché tra le opzioni di risposta mancava quella corretta.

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