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SCUOLA: PANINI (FLC CGIL), VERSO SCIOPERO GENERALE

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(ASCA) – Roma, 9 set – ”E’ evidente che le discussioni pseudo pedagogiche sul voto in condotta, il grembiule, il maestro unico sono un diversivo. E’ tutto fumo”. A dirlo e’ il segretario generale della Flc Cgil, Enrico Panini, parlando in un’intervista a Rassegna Sindacale della riforma della scuola del ministro Gelmini.

”Il vero obiettivo – afferma Panini – e’ quello di tagliare complessivamente circa 150.000 posti di lavoro, prevalentemente di insegnanti; chiudere centinaia di sedi scolastiche; tentare di cancellare in molte parti d’Italia lo spazio che va dato alla cultura; ridurre le ore di istruzione; privilegiare la scuola privata che viene sostenuta e indicata come migliore di quella statale”. Tutto cio’ ”cercando di cogliere un consenso di una parte dell’opinione pubblica che ha lo sguardo rivolto al passato, quelle persone che hanno il mito dell’ordine e della disciplina, e anche della scuola di classe, come valori assoluti rispetto alla stessa formazione di un popolo”.

Panini annuncia poi la mobilitazione e la lotta dei lavoratori della scuola: ”Gia’ ora e’ un fiorire di iniziative, da Venezia a Roma, da Milano a Palermo.

Informeremo e discuteremo con la nostra gente nel territorio.

Lavoreremo unitariamente per una manifestazione nazionale e, se non saranno cambiate le intenzioni del governo, per uno sciopero generale”. Quanto al maestro unico, per il dirigente sindacale ”produrra’ un’involuzione culturale pesantissima per i bambini, rilevata dal fior fiore della pedagogia contemporanea. Gia’ negli anni Ottanta i bambini erano diversi. La scuola diventava sempre meno l’unica fonte della conoscenza, che arrivava dalla tv e poi da internet.

Dal maestro tuttologo si e’ passati ad una progressiva graduale specializzazione degli insegnanti”. Sottolinea quindi Panini: ”Gelmini vuole tornare indietro tagliando posti di lavoro e istruzione, eliminando inoltre (e non raddoppiando, come dice il ministro) il tempo pieno, una conquista sociale e formativa, con conseguenze gravissime soprattutto per quei bambini che in famiglia hanno minori risorse culturali”. E ancora: ”L’inserimento dei ragazzi disabili in classi speciali invece che in quelle ordinarie produrra’ drammi psicologici e, da sola, il taglio di 90.000 insegnati (il dieci per cento del totale). Una scuola, quella disegnata dal ministro, che ha prospettive glaciali: uno stipendificio per pochi docenti, una istruzione dequalificata per centinaia di migliaia di studenti”.

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