Per Gugliemo Epifani non c’è chiarezza sugli esuberi di Alitalia, «si va da 3mila a 7mila». Dopo l’intervento di Corrado Passera, in cui l’ad di Intesa Sanpaolo ha delineato l’asset futuro della compagnia, è il segretario generale della Cgil a sottolineare, domenica 7 settembre, che molti aspetti sono ancora da chiarire. «Ci sono delle cose da vedere sul piano industriale e sugli esuberi. La cosa più strana di tutte, sono gli esuberi: si va da 3mila a 7mila».
Occorre che «sia equilibrato il rapporto tra quanto il salvataggio di Alitalia costa ai cittadini, il piano di rilancio e la difesa dell’occupazione». In caso contrario «si dà troppo vantaggio ai privati e poco al sistema della collettività e non si lavora davvero per salvare Alitalia». «Non firmiamo un accordo a prescindere, firmeremo soltanto se ci saranno le condizioni che rispondono alle richieste del sindacato» ha concluso Epifani dopo un incontro con il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia.
E a proposito della trattativa sulla riforma dei contratti, Epifani ha affermato che «è del tutto inopportuno fare ultimatum» dopo un mese di trattative. Secondo il leader sindacale «ci sono punti su cui non c’è ancora una fusione condivisa e quindi bisogna continuare a discutere. Da parte nostra non può esserci una firma a prescindere se non sono rispettate le condizioni di merito poste dal sindacato».
Da lunedì 8 riprende la trattativa. La mattina alle dieci, la Cai e i sindacati si ritroveranno al ministero del Lavoro per riprendere il confronto che si deve chiudere entro giovedì prossimo, 11 settembre. La «trattativa vera» per il salvataggio dell’Alitalia «partirà domani, finora si è trattato di un confronto per l’approfondimento del piano industriale» osserva il segretario nazionale Fit-Cisl, Claudio Genovesi. «D’altronde – prosegue Genovesi – lo stesso amministratore della Cai, Rocco Sabelli, ha preso nota delle nostre osservazioni ma ha confermato il piano già presentato». «Nell’incontro di lunedì tratteremo con la Cai sul tema delle relazioni industriali e dei contratti di lavoro mentre, con il governo, affronteremo i temi sul perimetro industriale e gli ammortizzatori sociali. E proprio riguardo al perimetro industriale – chiarisce Genovesi – occorre specificare cosa faranno i lavoratori dell’Atitech, del Cargo e della cosiddetta ‘zona grigia’ (call center, information tecnology e amministrazione)».
Sul fronte aziendale c’è fiducia: «Sono ottimista perchè il sindacato – ha detto il commissario straordinario dell’Alitalia, Augusto Fantozzi – si rende conto che è l’ultimo decollo per la compagnia. E perché il governo è fortemente intenzionato a tutelare i lavoratori».
Sempre dal fronte governativo il ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola, incontrando i giornalisti al Forum Ambrosetti a Cernobbio, mostra di apprezzare la posizione assunta dalle organizzazioni sindacali. «Ho trovato un atteggiamento responsabile da parte del sindacato. Di fronte al bivio tra una nuova azienda e il fallimento – ha rilevato Scajola – la responsabilità dei sindacati mi sembra si senta».
Comunque nel Governo c’è chi non esclude la possibilità di un accordo non condiviso da tutte e nove le sigle sindacali dei dipendenti dell’Alitalia. «Bisogna trattare ma alla fine – osserva il ministro per le Infrastrutture Altero Matteoli – una decisione va presa. Peraltro non mi sorprende se unsindacato si tira indietro, è successo anche in passato. Però è anche vero che la situazione economica è grave eoccorre senso di responsabilità da tutti».