6.9.2008 L’Ici non ritornerà più e la pressione fiscale scenderà dal 43 al 40% e anche meno: sono le rassicurazioni del ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta. Il ministro smentisce dunque che con il federalismo fiscale, su cui lavora il ministro Calderoli, tornerà l’Ici: “Neanche per sogno – dice – o la gente ci rincorrerà con i forconi”.
Brunetta non è pentito di aver tolto “una brutta tassa in sè, un esproprio su un bene primario usato dai cittadini, una patrimoniale aberrante. L’abbiamo tolta – insiste – e non ritorna”. Il ministro sostiene la razionalizzazione dell’imposizione immobiliare, come prevede il testo Calderoli: “si pagherannno eventuali servizi ma nulla sul patrimonio”.
Ad arricchire l’impianto della bozza di Calderoli, definita “testo di straordinario valore”, ci saranno tra clausole: la prima è il vincolo assoluto che, attraverso il federalismo fiscale, il governo ridurrà la pressione fiscale. La seconda è che alla riallocazione delle funzioni, con le regioni al centro, corrisponda un trasferimento del personale. Terza clausola il federalismo contrattuale: ciascuna regione, fatti salvi i principi generali, deciderà il suo contratto di lavoro. “Ciascuno avrà la sua responsabilità contrattuale – spiega il ministro – Così se qualcuno vorrà pagare due o tre volte di più i suoi dipendenti non avrà i soldi per gli asili nido e per gli altri servizi. Poi saranno i cittadini a decidere con il loro voto”.
Nella fase preliminare del federalismo secondo Brunetta deve prevalere la trasparenza. La chiave per ridurre le tasse, dice, è la lotta agli sprechi e, per rendere efficiente la pubblica amministrazione, premiare i bravi oltre che punire i fannulloni.QN