Lo SNALS-Confsal: “Si possono tagliare i costi senza compromettere la qualità scolastica e senza togliere il posto di lavoro a tanti insegnanti”
Lo SNALS-CONFSAL non condivide il metodo adottato dal Ministro che, nell’assumere decisioni unilaterali, mediante lo strumento del decreto legge, ha ritenuto inutile un confronto con i rappresentanti del mondo della scuola su materie relative a scelte pedagogico-didattiche, metodologiche e al tempo scuola. La mancanza di un serio confronto sulle decisioni che ricadono sul tempo scuola sembrano presagire che le scelte operate siano finalizzate al mero taglio della spesa e non al miglioramento della qualità dell’istruzione e del servizio.
Lo SNALS-CONFSAL si è dichiarato, da tempo, disponibile a trovare forme di razionalizzazione di spesa mediante la realizzazione di tutte le possibili economie, ma ritiene imprescindibile che tali scelte debbano garantire e valorizzare, comunque, l’autonomia delle istituzioni scolastiche. Proprio in tale ottica noi sosteniamo che le istituzioni scolastiche debbano essere dotate di un elemento indispensabile: un organico funzionale pluriennale che consenta alle scuole di far fronte sia alle esigenze didattiche sia di risolvere l’annosa questione delle supplenze brevi, recuperando in tal modo notevoli risparmi sugli oltre 3 miliardi e mezzo di euro attualmente spesi. L’utilizzo e la stabilizzazione del personale consentirebbe inoltre di rispondere alle specifiche esigenze del territorio e dell’utenza e porterebbe notevoli vantaggi agli alunni, salvaguardando la continuità didattica, la tenuta degli organici, consentendo finalmente di ottenere la stabilizzazione dei precari che, operando nella scuola in taluni casi da decenni, aspirano legittimamente alla riconoscimento del proprio ruolo nell’ambito scolastico.
Oltre ai risparmi sulle supplenze brevi si potrebbero realizzare notevoli economie evitando di ricorrere alle cooperative esterne, che hanno costi altissimi, per la pulizia delle scuole. Si potrebbero, poi ottenere ulteriori economie favorendo il turn-over di chi lascia il servizio con 40 anni di contributi, considerato il differenziale retributivo tra chi va in pensione e chi inizia la sua carriera. L’insieme di questi interventi e/o di altri ipotizzabili potrebbero garantire la riduzione di spesa prevista dalla legge senza ricorrere a tagli che potrebbero compromettere la qualità del servizio scolastico, la tenuta del sistema pubblico di istruzione e mettere a rischio il posto di lavoro di tante persone. Non è giusto che quest’ultima preoccupazione debba sussistere solo quando si tratta di lavoratori del “privato” e non anche per quelli del “pubblico”.
Lo SNALS-CONFSAL, nel confermare l’apprezzamento per alcuni provvedimenti adottati, previo confronto anche con le OO.SS., e tesi a garantire la serietà degli studi quali: il ripristino della valutazione del comportamento, da estendere a tutti gli ordini e gradi di scuola, l’obbligo di recupero dei debiti scolastici così come lo slittamento dell’inizio dell’anno scolastico oltre il 1° settembre, nonché il ritorno alla valutazione in decimi, non può condividere, però, altre scelte adottate senza che sia consentito al sindacato di portare la voce della scuola e dei suoi operatori al tavolo di un confronto senza pregiudiziali, un confronto serio e costruttivo per cui lo SNALS-Confasl si è sempre dichiarato e dimostrato disponibile.
In questo contesto è evidente che non è accettabile la scelta nella scuola elementare di un tempo scuola di 24 ore settimanali i cui contorni non sono neppure ben definiti, con la previsione del “maestro unico” non compatibile con l’attuale contratto di lavoro. Tra l’altro questa scelta non pare neppure realizzabile perché nel corso degli anni il curricolo si è arricchito di nuovi insegnamenti, quali l’inglese e informatica, senza considerare l’insegnamento della Religione che è stato reso facoltativo per il docente. Lo SNALS-CONFSAL è disponibile anche per questo segmento scolastico ad avviare un confronto a tutto campo anche sul tema delle compresenze, ferma restando la dovuta attenzione alle attività di recupero e sostegno, nonché, nel rispetto dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, al ricorso ad un “insegnante prevalente”, anche “fortemente”, in particolare all’inizio del ciclo elementare.
Lo SNALS-CONFSAL ribadisce l’esigenza che, indipendentemente da situazioni di emergenza economico-finanziaria, la scuola sia vista come una “infrastruttura” portante del Paese e, come tale, sia considerata “investimento” e non “spesa”.
SNALS-Confsal: NO AL METODO GELMINI DI DECIDERE UNILATERALMENTE
Marco Paolo Nigi: “Si possono tagliare i costi senza compromettere la qualità scolastica e senza togliere il posto di lavoro a tanti insegnanti”
Roma, 3 settembre. Lo SNALS-CONFSAL dice no al metodo adottato dal ministro dell’Istruzione Gelmini di assumere decisioni unilaterali, che riguardano scelte pedagogico–didattiche, metodologiche e il tempo scuola, senza un serio confronto con i rappresentanti del mondo scolastico.
Lo SNALS-CONFSAL sostiene che sia possibile, oltre che necessario, garantire e valorizzare l’autonomia delle istituzioni scolastiche dotandole di un elemento indispensabile: l’organico funzionale pluriennale. Questo consente di far fronte sia alle esigenze didattiche legate al curriculare sia alle supplenze brevi ottenendo notevoli risparmi sugli oltre 3 miliardi e mezzo di euro spesi oggi. Oltre ai risparmi sulle supplenze brevi si potrebbero realizzare notevoli economie eliminando il ricorso per la pulizia delle scuole alle cooperative esterne, che hanno costi altissimi. A questo si aggiungano le minori spese derivanti dal turn-over di chi lascia il servizio con 40 anni di contributi – vi è, infatti, un differenziale retributivo tra chi va in pensione e chi inizia la carriera.
L’insieme di questi e di altri interventi potrebbero garantire la riduzione di spesa prevista dalla legge senza dover ricorrere a tagli che comprometterebbero la qualità del servizio scolastico e la tenuta del sistema pubblico di istruzione e senza mettere a rischio il posto di lavoro di tante persone. Non è giusto che quest’ultima preoccupazione debba ritenersi valida solo quando si tratta di lavoratori del “privato” e non per quelli del “pubblico”.
“In questo contesto non è accettabile per la scuola elementare, ha dichiarato il segretario generale Marco Paolo Nigi, un tempo scuola di 24 ore settimanali i cui contorni non sono neppure ben definiti dovendo ora prevedere la figura del “maestro unico” non compatibile con l’attuale contratto di lavoro. Tra l’altro, questa scelta non pare neppure realizzabile perché nel corso degli anni sono stati introdotti nuovi insegnamenti, quali l’inglese e informatica mentre l’insegnamento della religione è stato reso facoltativo per il docente”.