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Il ministro tenta di rassicurare. In realtà alimenta ulteriormente l’esigenza di una forte e dura iniziativa di mobilitazione e di lotta

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Comunicato FLC  Comunicato stampa di Enrico Panini Segretario generale Federazione Lavoratori della Conoscenza

Le dichiarazioni del Ministro Gelmini si susseguono ad un ritmo sempre più incalzante man mano che crescono lo sconcerto e la protesta nelle diverse città italiane per le scelte operate dal Governo.

Ma esse, lungi dal sedare il clima di protesta, l’alimentano sempre più svelando un quadro sempre più fosco.

Oggi, durante una trasmissione radiofonica, il Ministro si è chiesto “perché il contribuente debba pagare tre insegnanti per una scuola primaria che funziona benissimo anche con uno solo“.
Apprendiamo così che il Ministro, improvvisamente, si è sostituito a tutti i più noti istituti di valutazione internazionale arrivando a conclusioni che sono esattamente l’opposto di quelle frutto di ricerche ed indagini scientifiche.
Ci pare molto più documentato il servizio di Informazione religiosa della CEI che ha parlato recentemente degli ottimi risultati della scuola elementare.

Il Ministro poi ha assicurato agli ascoltatori il raddoppio del Tempo Pieno, impegno che sfiora la magia considerato che, subito, lo si chiude nei primi tre anni – facendolo convergere sul maestro unico – e poi, se ce ne saranno le condizioni, si garantirà un po’ di prolungamento pomeridiano purchessia.

Il Ministro, poi, si è dichiarata d’accordo con l’introduzione di un organico funzionale (un organico “più ricco” dell’attuale per coprire le diverse esigenze scolastiche).
Fatichiamo a capire la coerenza fra questa affermazione e la distruzione di ben 90.000 posti di organico fra i soli docenti. Le due affermazioni – evidentemente – insieme non stanno.

Di seguito il Ministro si è chiesto “Come si fa ad investire sul merito se il 97% delle risorse è bloccato negli stipendi?” La risposta è semplice: mantenendo fede all’impegno sottoscritto dal Governo con l’accordo contrattuale del novembre 2007 nel quale si prevede che il Ministro apra un tavolo di trattativa e che il Governo individui le risorse necessarie. Insomma, capiamo che la domanda del Ministro è retorica nel tentativo di far credere che i tagli abbiano una finalità positiva.
In realtà, non applicando il contratto, continua a non rispondere di impegni solenni che la dovrebbero, invece, vincolare.

Roma, 4 settembre 2008

 

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