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Il maestro unico è legge

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A sorpresa, la versione definitiva del decreto legge n. 137 contiene anche la norma sulla restaurazione del maestro unico nella scuola elementare. da flc cgil
Il terreno era stato preparato nei giorni precedenti dalle esternazioni di politici barricadieri come Bossi o Calderoli e puntualmente confermate dal ministro Gelmini che ha “saggiamente” dichiarato: “In passato è stato introdotto il modulo, che prevedeva tre maestre, per cercare di creare occupazione attraverso la scuola. Ora dobbiamo mettere al centro gli studenti. Avere un maestro unico nella scuola primaria risponde non solo all’esigenza di razionalizzare ma anche a un’esigenza pedagogica. E’ un modo non per tornare al passato ma per centrare la scuola sull’esigenza di apprendimento del ragazzo”.

No, ministro Gelmini, lei toglie ai bambini e alle famiglie di questo Paese, al Paese stesso, un modello di scuola che dà tante cose in più che dal prossimo anno non darà più.

Proviamo ad elencarle: l’insegnamento della lingua straniera (quanti maestri possono mettere a disposizione questa competenza e in ogni caso in quale tempo?). Quante attività di ricerca e di approfondimento, quanto gioco finalizzato all’apprendimento attivo (richiede tempo e presenza di più docenti) si potrà realizzare con 24 ore di funzionamento settimanale? Quante uscite sul territorio, quante gite culturali si potranno fare? Come si potrà aiutare i bambini che hanno più carenze o assistere quelli diversamente abili in mancanza del docente di sostegno? Chi si occuperà dei bambini stranieri che affrontano le difficoltà di un ambiente estraneo anche per la lingua? E poi le mense e il tempo scuola, in molti comuni le famiglie dovranno riorganizzare il proprio tempo per far fronte alla mancanza di mense oppure esse verranno gestite dal personale comunale, diverso dai docenti, personale estraneo alla relazione didattica? Insieme alla mense, torneranno poi i doposcuola per i più sfortunati?

Dunque ministro Gelmini, sono proprio gli studenti che si stanno mettendo al centro dell’attenzione? Ma di quali esigenze pedagogiche si parla?
In quanto poi all’occupazione nella scuola, una tale ristrutturazione porterà alla perdita di 40 – 50 – 80.000 posti di lavoro. I moduli non sono stati introdotti per creare posti di lavoro, certamente con questo decreto però se ne tagliano tanti di posti di lavoro!

Infine la questione contrattuale: dalla lettura del decreto si evince che la copertura dell’orario (24 ore di funzionamento per un orario contrattuale che ne prevede 22 + 2 ore di programmazione) o sarà garantita da un lavoro straordinario obbligatorio, o trasformando le 2 ore di programmazione in attività di insegnamento.
Con lo stesso lavoro straordinario dovrà essere coperta anche la eventuale più ampia articolazione del tempo scuola? Oppure chi farà le ore aggiuntive?
Il sospetto è che il dimagrimento imposto alla scuola elementare serva per distribuire alle regioni, in un Italia federata, un servizio poco costoso che poi solo le regioni più ricche potranno rendere migliore e più qualificato, oppure differenziare costi e qualità per privatizzare più agevolmente.

Roma, 3 settembre 2008

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