In Italia tutto è possibile. L’Italia è il paese delle meraviglie. Tanto che, per sistemare la scuola, dopo decenni di sfascio ora è venuta fretta a tutti. E si procede per decreti legge. Cioè con provvedimenti di urgenza. Ed effettivamente la moribonda istruzione italiana ha bisogno di tempestività. Ma non solo per il voto di condotta e il maestro unico. Qualche altra urgenza c’è, e non è un fatto marginale, ma fondamentale.
Si continua cioè a non dire, e soprattutto a non fare nulla rispetto ad una delle questioni prioritarie: le basse retribuzioni degli insegnanti. E’ questione centrale – pone l’accento il segretario generale dell’Uil, Di Menna.
Il contratto è scaduto nel dicembre 2007 e ogni mese che passa lo stipendio dei docenti è eroso dall’inflazione. Ma, a quanto pare, a parte sporadiche dichiarazioni, di questo la Gelmini non parla. Anzi se lo dimentica proprio, perché ora è il momento di risparmiare anche se, secondo il ministro, è indispensabile una grande alleanza in cui tutti diano il proprio contributo per il miglioramento della più grande infrastruttura del Paese.
Bal, bla, bla. Belle parole. E ascoltiamo la esplicita affermazione di qualche mese fa, la solita di tutti i ministri dell’istruzione. Perché in fondo sanno che il vero problema è lì. Se la scuola fosse un lavoro per professionisti e fosse ben pagato, non sarebbe stato il refugium peccatorum dell’intera società. Ci sarebbero stati selezione e rigore: e tutto sarebbe stato diverso. Avremmo avuto soldi per comprarci dei libri, e per andare a teatro, e per aggiornarci. E avremmo insegnato molto meglio.
Ma sentiamo la dichiarazione del ministro: “Questa legislatura deve vedere uno sforzo unanime nel far sì che gli stipendi degli insegnanti siano adeguati alla media Ocse”. Attualmente gli “stipendi sono sotto tale media”, ha comunicato il ministro svelando”numeri” di questa emergenza salariale: “Non possiamo ignorare che lo stipendio medio di un professore di scuola secondaria superiore dopo 15 anni di insegnamento è pari a 27.500 euro lordi annui, tredicesima inclusa. Fosse in Germania ne guadagnerebbe 20 mila in più, in Finlandia 16 mila in più. La media Ocse è superiore ai 40 mila euro l’anno”.
Dunque sarebbe il caso di portare gli stipendi dei docenti a 40mila euro annui! Così ha detto la Gelmini, e a quanto pare, lei mantiene le promesse.
Ora, visto che si ha tanta fretta, e che le decisioni sono un po’ frettolose come quella del maestro unico, potrebbe accadere una cosa, senza consultare nessuno né sedersi al tavolo della contrattazione? Inserire nel prossimo decreto legge un articolo breve breve che recita così:
“Lo stipendio degli insegnanti, dopo anni e anni di false promesse, viene finalmente aumentato a 40mila euro annui.”
Beh, il linguaggio non è proprio da testo legislativo. Ma è una cosa urgente: o no?!
SILVANA LA PORTA DA AETNANET