Sul decreto Brunetta se ne sono dette di tutti i colori. E c’è stata una vera e propria levata di scudi contro un provvedimento non in tutte le sue parti intelligente, ma che ha avuto il merito di puntare l’indice contro un vero e proprio cancro del pubblico impiego: l’assenteismo. Un assenteismo parziale (cioè durante la giornata di lavoro dove taluni si fanno la passeggiata o si recano a fare la spesa) o totale, con giorni e giorni di malattia per semplici mal di testa o finti malori.
Questa è la nostra Italia, perché nasconderlo? Ma il discorso di Brunetta vale solo in parte per gli insegnanti, che del pubblico impiego costituiscono una categoria molto particolare. Non ne voglio fare dei santi. Tra di loro ci sono i fannulloni, quelli che si vantano col petto gonfio di “rubare i soldi allo stato”; ma buona parte della categoria, volente o nolente, lavora. Perché come fai a non lavorare con una classe davanti? Non è semplice: compiti, interrogazioni, problemi disciplinari, programmazioni, il da fare non manca.
E poi per i docenti non è nemmeno facilissimo assentarsi. Se ti assenti innanzitutto se ne accorgono tutti: colleghi che ti devono sostituire, alunni che restano con le mani in mano, genitori che chiedono che fine hai fatto. E POI TI RESTA UN SACCO DI LAVORO ARRETRATO E I CAVOLI SONO TUOI. Ed ecco perché nel pubblico impiego i docenti risultano quelli che si assentano di meno e bisognerebbe chiedere a gran voce di rivendicare come docenti uno status giuridico diverso da quello previsto per tutti i pubblici impiegati.
Fermo restando ciò, andiamo a vedere quanto ci costerà da quest’anno assentarci.
Ha fatto un calcolo Professione insegnante con un articolo di Riccardo Princi nel quale viene calcolato quanto ci toglieranno, secondo il Decreto Brunetta, per i giorni di malattia.
Malattia: ma quanto ci rimettiamo?
Il Decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, meglio noto come decreto Brunetta, introduce alcune novità concernenti il trattamento economico relativo ai periodi di assenza per malattia.
L’art. 71 comma 1 del decreto stabilisce che “nei primi dieci giorni di assenza e’ corrisposto il trattamento economico fondamentale con esclusione di ogni indennità o emolumento”.
In pratica i docenti si vedranno decurtato, per i primi 10 giorni di ogni evento morboso, un importo variabile della Retribuzione professionale docenti, a seconda della classe stipendiale di appartenenza.
Classe stipendiale |
R.P.D. |
Trattenuta lorda per ogni giorno di malattia fino a 10 gg |
Trattenuta lorda max per giorni di malattia >=10 |
*Trattenuta netta per ogni giorno di malattia fino a 10 gg |
*Trattenuta netta max per giorni di malattia >=10 |
da 0 a 14 anni |
€ 164,00 |
€ 5,47 |
€ 54,7 |
€ 3,68 |
€ 36,8 |
da 15 a 27 anni |
€ 202,00 |
€ 6,73 |
€ 67,3 |
€ 4,53 |
€ 45,3 |
oltre 27 anni |
€ 257,50 |
€ 8,58 |
€ 85,8 |
€ 5,77 |
€ 57,7 |
* Gli importi netti sono indicativi ed ottenuti stornando un’aliquota del 36% per contributi previdenziali, assistenziali e IRPEF.
Non saranno invece soggetti a penalizzazione, gli assenti “per malattie dovute ad infortunio sul lavoro o a causa di servizio, oppure a ricovero ospedaliero o a day hospital, nonché per le assenze relative a patologie gravi che richiedano terapie salvavita”.
L’assenza per malattia superiore ai 10 giorni (e comunque la seconda assenza nel corso dell’anno), dovrà essere giustificata con certificato medico rilasciato da una struttura sanitaria pubblica. Il Ministero della Funzione Pubblica ha però chiarito, che i medici di famiglia sono da considerare appartenenti al sistema sanitario pubblico, quindi i docenti potranno continuare a rivolgersi al proprio medico.
E’ previsto l’invio della visita fiscale anche per un solo giorno d’assenza, ma come è stato da più parti fatto osservare, le ASL non riusciranno mai a far fronte a tutte queste visite.
Sempre per quanto concerne le visite fiscali, l’orario di reperibilità viene esteso dalle ore 8.00 alle ore 13.00 e dalle ore 14 alle ore 20.00 di tutti i giorni, compresi i non lavorativi e i festivi.
Fatti due conti, possiamo affermare che se ci ammaliamo, possiamo starcene tranquillamente a casa per curarci. I 3-5 euro al giorno che ci rimettiamo, li regaliamo al Ministro Brunetta per la pizza.
1 settembre 2008 – Riccardo Princi
Visto? Tanto rumore per nulla. Qualche restrizione c’è ed è del tutto idiota l’unica ora d’aria per l’ammalato dalle 13 alle 14. Ma il dramma, a conti fatti, può ritenersi ridimensionato. Possiamo assentarci ancora, per quel minimo che ci consente il nostro lavoro. Ci costerà per dieci giorni circa 30, 40 euro…Una cena per Brunetta offerta dai docenti italiani.
Silvana La Porta