Cosa succederà alla riapertura delle scuole?
“È uno tsunami, un taglio senza precedenti, tutto dettato dai numeri di Tremonti. Di fronte a questo, metteremo in campo un calendario di manifestazioni e scioperi”.
Maestro unico, taglio al sostegno, razionalizzazione delle sedi. Cosa vi preoccupa di più?
“Nelle elementari abbiamo vissuto il passaggio dal maestro tuttologo al maestro con specializzazione, è stata un’esperienza positiva. Adesso si torna al passato, senza alcuna giustificazione che non sia di cassa. Non solo: si porta a regime la riforma Moratti, l’orario ‘normale’ sarà di 27 ore, che, tolte le due a settimana di religione, di fatto diventano 25. E si punta a fare del tempo pieno una realtà residuale”.
Ma lo stesso ‘Quaderno bianco’ del vecchio governo faceva emergere una realtà di classi troppo piccole, e scuole sotto il livello minimo fissato di 500 studenti.
“Ci sono interventi di razionalizzazione possibili, ma non certo tali da tagliare 90 mila insegnanti. In realtà il primo e vero effetto sarà, ed è già, quello di fare le pulci al numero di ore a cui ha diritto ciascun ragazzo per il sostegno: già ci sono classi con tre, quattro disabili, contro le regole. E sta aumentando a dismisura, nelle grandi città, il numero degli studenti per classe, fino a 34-35. Inoltre, ogni risparmio proveniente dalla scuola dovrebbe essere reinvestito nella scuola: invece questo non succede. Anzi, si prevede il taglio alle spese ordinarie laddove non si riuscirà a far scendere l’organico”.