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Scuola, decreto pubblicato sulla Gazzetta ufficiale

2026

ROMA (2 settembre) – Il decreto legge sulla scuola approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 28 agosto è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. Nel testo tutte le novità adottate, dalla bocciatura con il 5 in condotta al ritorno del maestro unico, la cui data di introduzione non è specificata.

Nel provvedimento, di 8 articoli, sono inseriti anche il nuovo insegnamento “Cittadinanza e Costituzione”, la valutazione del comportamento degli studenti, cioè il ritorno del voto in condotta che riguarderà anche le attività organizzate dalle istituzioni scolastiche fuori dalla propria sede, il ritorno dei voti numerici, cioè espressi in decimi e l’impegno ad adottare i libri di testo pubblicati da editori che si siano impegnati a mantenere invariato il contenuto del quinquennio. 

Gli editori: non siamo stati consultati. Non si placano però le polemiche. Critiche al decreto sono arrivate oggi dagli editori: «Leggiamo con raccapriccio» l’articolo 5 del decreto legge (1/9/2008 n.137) sulla scuola approvato dal consiglio dei ministri il 28 agosto scorso, ha affermato il presidente del Gruppo Editoria scolastica dell’Associazione Italiana Editori (Aie) Enrico Greco, dopo la lettura in Gazzetta del decreto legge che contiene la disposizione sul blocco delle adozioni dei libri. «Senza nessuna consultazione del settore – prosegue il Presidente Greco – il Ministro Gelmini ha deciso di bloccare per 5 anni le adozioni dei libri di testo, ignorando i costi sociali altissimi che ne deriveranno. Se ne assume ogni responsabilità».

Gli insegnanti: da Gelmini colpo di mano. Critiche al ministro dell’Istruzione arrivano anche dall’associazione di insegnanti Gilda, che accusa Gelmini di aver varato una vera e propria riforma con un semplice decreto legge e di aver reintrodotto con un colpo di mano la figura del mestro unico: «Non è mai capitato nella storia d’Italia che una riforma dell’ordinamento scolastico venisse varata con un decreto legge. Ci troviamo di fronte a un colpo di mano che fa tornare la scuola italiana indietro di oltre 20 anni in un contesto che però, nel frattempo, ha subito profondi cambiamenti e peggioramenti», afferma il coordinatore della Gilda, Rino Di Meglio. «Il ministro Gelmini – denuncia Di Meglio – aveva annunciato la propria intenzione di ripristinare l’insegnante unico, ma nel testo approvato dal Governo non era prevista questa riforma. La versione pubblicata dalla Gazzetta, invece, contiene all’articolo 4 questa importante novità». Gli insegnanti spiegano inoltre che il ritorno al maestro unico, rientrando nei provvedimenti di contenimento della spesa, prevedono la costituzione di classi di scuola primaria funzionanti 24 ore e affidate a un unico maestro, «il che – sottolinea l’associazione – si tradurrà in una drastica semplificazione dei programmi».

Uil: con il maestro unico tagli da 25 a 83mila posti. Critiche al decreto sono arrivate oggi anche dalla Uil scuola; secondo il sindacato il ritorno al maestro unico potrebbe tradursi in un taglio da 25 a 83mila posti. Venticinquemila posti spazzati via se il «maestro unico» si dovesse applicare, dal 2009-2010, sulle prime due classi e ben 83.000 in meno se, non solo la novità partisse da subito a regime (e dunque su tutte e cinque le classi della scuola elementare), ma si tenesse conto sia delle classi normali che di quelle a tempo pieno. Chiede chiarezza e trasparenza il segretario generale della Uil scuola, Massimo Di Menna: «Va presentato subito l’intero piano programmatico previsto dal decreto 122 – afferma – che riguarda l’intero sistema scolastico (scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di primo e di secondo grado e personale Ata) e va aperto il confronto con il sindacato». Secondo il sindacalista, inserendo nel decreto in questione l’articolo 4 che riguarda il maestro unico nella scuola elementare, «si contribuisce a creare grande allarme per un’ipotesi che potrebbe portare a tagliare fino a 60mila posti e si stravolge, in questo momento delicato, l’insieme della scuola elementare».

Garavaglia: non servono decreti. Il ministro dell’Istruzione del governo ombra del Pd Maria Pia Garavaglia ha affermato oggi che per la scuola non servono decreti ma una grande alleanza: «La scuola ha veramente bisogno di atti concreti – ha detto Garavaglia in un’intervista a Famiglia Cristiana – Gli atti concreti del governo Berlusconi sono nei decreti di Tremonti che hanno tagliato in modo indiscriminato personale e finanziamenti». Secondo Garavaglia, la scuola ha bisogno «di una grande alleanza perché i suoi frutti vanno ben oltre il governo pro tempore in carica». «Perciò, invece di decreti, l’esecutivo – esorta – dovrebbe promuover

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