L’hanno gia’ ribattezzata la rivolta dei numeri. Quelli che nelle scuole secondarie di primo grado (elementari e medie per intenderci) andranno a sostituirsi ai giudizi e il famigerato voto in condotta, che se inferiore al sei fara’ media per un’eventuale bocciatura degli studenti piu’ vivaci.Queste le principali novita’ che, insieme al ritorno dell’educazione civica sottoforma della piu’ impegnativa ”Costituzione e Cittadinanza” (magari in onore al sessantesimo anniversario della nostra Carta), il Consiglio dei ministri ha approvato oggi, convertendo il ddl del ministro Gelmini in decreto legge, quindi con efficacia immediata all’inizio di questo anno scolastico.
Una decisione che, almeno per cio’ che concerne il voto in condotta segna una novita’ anche nel modo di approcciare alla scuola da parte della politica. Il decreto legge infatti segna l’intenzione piu’ volte annunciata dal ministro Maria Stella Gelmini di usare le maniere forti contro i fenomeni sempre piu’ diffusi di bullismo negli istituti. E se non si puo’ parlare di svolta il provvedimento rappresenta un primo passo verso un approccio concreto ai problemi della formazione.
C’e’ pero’ chi lo considera un ritorno all’antico. Il voto in condotta usci’ infatti dalle pagelle degli alunni italiani dodici anni fa, nel 1994 con lo Statuto dello Studente. Oggi si torna al Regio Decreto del 1923 con una differenza: rispetto alla bocciatura con il famoso ”sette in condotta”, la nuova norma fa della condotta una normale ‘materia’ di valutazione. Tradotto: per i piu’ vivaci bastera’ strappare la sufficienza.
Restando ai numeri l’altra significativa novita’ sono quelli che nelle pagelle si troveranno al posto dei giudizi, che li affiancheranno spiegandone le valutazioni. Queste novita’ riguarderanno solo la scuola secondaria di primo grado, perche’ nei licei il giudizio espresso in numeri e’ gia’ previsto.
Sul versante della didattica torna l’educazione civica, aggiornata e rimessa a lustro con particolare attenzione alla Costituzione, sconosciuta a gran parte dei nostri giovani studenti, anche per colpa dei docenti propensi a ‘sacrificarla’ a favore di altre discipline. Da quest’anno invece nelle aule italiane per un’ora a settimana si parlera’ di ”Carta”, ma anche di educazione ambientale, di salute e di educazione stradale con l’obiettivo di prevenire gli incidenti, specie tra i giovani. Infine il ministro Gelmini ha messo a punto altre due iniziative, raccogliendo il parere favorevole di tutto l’esecutivo: la reintroduzione del maestro unico per i primi tre anni delle elementari e la stretta sul caro-libri.
Ma le novita’ annunciate dalla Gelmini non piacciono all’opposizione che bolla come ”confuse e iniziative spot” i dispositivi introdotti. A parlare e’ il ministro ombra dell’istruzione del Pd, Mariapia Garavaglia che lamenta il mancato turn over e aggiornamento dei docenti.
E il primo 5 in condotta arriva proprio per il ministro Gelmini. A conferirlo il Movimento Studenti di Azione Cattolica (Msac) perche’ secondo loro la scuola non puo’ essere riformata a colpi di decreto.
BERLINGUER, BENE PIU’ SEVERITA’ MA NON E’ SUFFICIENTE
”Al di la’ di quello che oggi si puo’ pensare, io sono a favore di misure piu’ severe che sanzionino il comportamento scorretto degli studenti. Solo che penso non siano sufficienti, da sole, a risolvere i problemi della scuola italiana”. A dirlo all’Asca e’ l’ex Ministro della Pubblica Istruzione, Luigi Berlinguer, che giusto dieci anni fa’ aboli’ quel voto in condotta che oggi rappresenta uno dei fiori all’occhiello della riforma targata Mariastella Gelmini.
”In realta’, all’epoca – tiene a sottolineare l’esponente democratico – io mi limitati ad abrogare una previsione che era gia’ venuta meno, da tempo, nella prassi; nel senso che quasi nessuno vi ricorreva piu’. Nel contempo, pero’ – aggiunge Berlinguer – immisi comunque nell’ordinamento nuove sanzioni disciplinari, contenute nello Statuto degli studenti. Purtroppo, pero’ – ammette – queste misure non sono state applicate completamente”.
Ampliando il discorso, l’ex Ministro osserva che ”il problema principale che attanaglia oggi la scuola italiana, e che andrebbe presto risolto, riguarda un incisivo cambiamento dell’intero impianto didattico, con particolare riferimento ai contenuti ed ai metodi. Solo cosi’, infatti – a suo avviso – si potra’ fare in modo che gli studenti sentano la scuola come casa propria”. E non ”insistendo su aspetti come rigore e severita’ che, da soli – conclude Luigi Berlinguer – finirebbero con l’assomigliare alle grida manzoniane”.
SNALS-CONFSAL: BENE IL RITORNO AL VOTO. SU NUOVE DISCIPLINE SERVONO VERIFICHE
Lo Snals-Confsal, Sindacato Nazionale Lavoratori Scuola, coerente con la linea sostenuta del ripristino della ”serieta’ degli studi” e da sempre indicata come elemento prioritario e irrinunciabile dell’azione del sindacato, apprezza i contenuti del decreto legge annunciati alla fine del Consiglio dei Ministri, in particolare per quanto riguarda la valutazione del comportamento degli allievi con la reintroduzione del ”voto di condotta”, la valutazione delle singole materie con la sua espressione in decimi e il ripristino del valore abilitante per la laurea in scienze della formazione primaria. E’ quanto si legge in una nota dello stesso Sindacato.
Per quanto riguarda l’introduzione di una nuova disciplina ”Cittadinanza e Costituzione” e’ necessario, prosegue la nota, prima di esprimere un giudizio, verificare chi dovra’ insegnare tale disciplina, all’interno di quale orario e come l’introduzione di una nuova materia con propria valutazione si coniughi con l’annunciata intenzione del ministro Gelmini di operare una riduzione dell’orario di lezione per gli allievi, che nei fatti potrebbe comportare una riduzione dell’offerta formativa. Sugli annunci relativi al ”piano di razionalizzazione per la scuola”, tra cui quello del ritorno al ”maestro unico”, lo Snals-Confsal non puo’ che confermare le preoccupazioni e le perplessita’ gia’ evidenziate in sede di conversione con modifiche del decreto legge 112/2008. Attende, pertanto gli specifici incontri al riguardo preannunciati dal Ministro Gelmini il 6 agosto per una riscrittura del provvedimento. Questo, infatti, conclude la nota del sindacato, non deve risolversi in una politica di ”tagli” ma in un migliore utilizzo delle risorse con la ricerca di possibili economie che non devono intaccare ne’ la qualita’ del servizio ne’ la necessaria tutela del personale con una sostanziale tenuta degli organici.