Avviata la soluzione della crisi Alitalia con i provvedimenti varati ieri dalla riunione del Consiglio dei ministri, soddisfatto di come procede il confronto nella maggioranza su federalismo e riforma della giustizia, da oggi Silvio Berlusconi ha intenzione di concentrarsi sui temi della politica estera. In particolare, sulla crisi del Caucaso.Ai temi internazionali il premier ha accennato ieri in margine alla conferenza stampa con cui ha illustrato le proposte del governo su Alitalia. Reduce da un lungo colloquio telefonico con il cancelliere tedesco Angela Merkel, Berlusconi ha parlato di ”contrapposizione difficile tra Europa, Occidente e Russia” ma si e’ detto fiducioso sul prosieguo della crisi ”perche’ stiamo lavorando a soluzioni tranquille e di buon senso”.
Il premier non ha voluto fornire altri dettagli, anche se si e’ detto convinto di ”poter presentare queste proposte gia’ il prossimo lunedi’ a Bruxelles”, nel corso della riunione straordinaria del Consiglio europeo con all’ordine del giorno la crisi che contrappone Georgia e Russia, alla quale partecipera’ insieme a Franco Frattini, ministro degli Esteri. In quella sede, grazie anche al positivo attivismo del presidente francese Nicolas Sarkozy, che in questo periodo e’ anche presidente di turno dell’Unione europea, Berlusconi si dice convinto che si faranno dei passi in avanti sulla linea del dialogo con Mosca.
Il premier e il ministro Frattini stanno in particolare lavorando a precisare la proposta di una conferenza internazionale di pace sul Caucaso da tenersi nelle prossime settimane a Roma. Proprio ieri, Vladimir Chizov, ambasciatore russo presso l’Unione europea, ha riconosciuto il potenziale ruolo di mediazione del governo di Roma: ”L’Italia ha una visione ampia delle relazioni euro-atlantiche. E questa visione spero prevalga in occasione del Consiglio europeo di Bruxelles”.
Nei giorni scorsi, una nota ufficiale di Palazzo Chigi aveva informato su alcune conversazioni tra Berlusconi, il primo ministro della Federazione russa Vladimir Putin e il presidente francese Sarkozy. Ma sul merito delle proposte di mediazione avanzate dall’Italia non e’ filtrata alcuna indiscrezione.
Berlusconi ha mantenuto finora una linea prudente nei confronti della politica di Mosca nel Caucaso, malgrado il riconoscimento unilaterale dell’indipendenza di Abkhazia e Ossezia da parte della Russia. E’ infatti convinto di poter svolgere un positivo ruolo di mediazione grazie alla sua amicizia personale con il presidente Putin. Per questo, il ministro Frattini non si e’ unito finora alla richiesta di sanzioni contro Mosca avanzata da qualche paese dell’Unione europea.
Sul problema delle sanzioni, Bernard Kouchner, ministro degli esteri francese, ha precisato che la posizione di Parigi, in quanto presidente di turno dell’Europa politica, sara’ quella di adoperarsi per approvare scelte condivise.
Penalizzazioni economiche sembrano per ora escluse anche dall’Amministrazione degli Stati Uniti, nonostante la denuncia del governo della Georgia sulla ”pulizia etnica pressoche’ ultimata degli abitanti georgiani dell’Ossezia del sud da parte dei russi” avanzata nella riunione straordinaria di ieri del Consiglio permanente dell’Osce (l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) che ha affrontato la situazione del Caucaso.
Se Berlusconi vedesse approvata dalla riunione del Consiglio europeo di lunedi’ prossimo la proposta di promuovere una conferenza internazionale di pace sul Caucaso a Roma, si tratterebbe di un indubbio successo per il suo governo e la diplomazia italiana. Da qui anche la probabile scelta di rinviare la visita a Tripoli per incontrare il leader libico Muammar Gheddafi e siglare lo storico accordo che punta a chiudere il contenzioso sul passato coloniale tra i due paesi.
Il viaggio in Libia era stato programmato entro la fine di agosto, ma il precipitare della crisi tra Russia e Georgia ne ha forse consigliato il rinvio. Della questione si e’ occupato nei giorni scorsi Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, incontrando una delegazione del governo di Tripoli per la finalizzazione del trattato di amicizia tra Italia e Libia che dovrebbe affrontare anche i temi della collaborazione economica tra i due paesi.