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Sulla riforma dei contratti Bonanni vuole firmare da solo

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Che Bonanni stesse strizzando l’occhietto al governo, lo si sapeva. Eppure era difficile pensare che arrivasse a mettere a repentaglio l’unità sindacale. E invece…

La Cisl è determinata a raggiungere un accordo sulla riforma del modello contrattuale entro la fine di settembre «ad ogni costo», anche quello di firmare «da sola» l’intesa con Confindustria. L’obiettivo, dice il segretario generale, Raffaele Bonanni, è quello di portare a casa entro l’anno «un accordo con il governo per godere di detassazioni forti e strutturali sul salario di produttività».

«Chi può mettersi contro? Voglio proprio vederlo..», azzarda da Rimini, dove partecipa al meeting di Cl, il leader della Cisl, ottenendo così il plauso di Confindustria che vede nella «forte determinazione» mostrata da uno dei sindacati una «spinta a tutte le organizzazioni sindacali perchè sulle regole si trovino intese condivise». Tace, invece, la Uil mentre la Cgil reagisce rimarcando il «valore irrinunciabile» dell’unità sindacale.

«Per quanto ci riguarda, l’unità del sindacato è un valore irrinunciabile e un bene per i lavoratori, perchè così si possono ottenere risultati migliori. Noi della Cgil continueremo a ricercarla poichè in questa trattativa ci guida non solo la volontà unitaria, ma una piattaforma unitaria», avverte uno dei segretari confederali di Corso Italia, Agostino Megale. Ed anche la collega Susanna Camusso nota: «l’idea dell’accordo a tutti i costi non aiuta, anzi mette in difficoltà la trattativa e pone il sindacato in una posizione di debolezza nei confronti di Confindustria».

La quale, invece, loda la determinazione con cui l’organizzazione guidata da Bonanni punta a chiudere un accordo che, dice il direttore generale, Maurizio Beretta, guarda alla «crescita e all’aumento dei salari attraverso l’innalzamento della produttività e della competitività».

Certo, anche gli industriali non sono favorevoli ad un accordo «purchè sia», ma ritengono che ci sia «tutto il tempo per fare un buon lavoro, per poter definire un accordo che sia significativo e che vada nella giusta direzione».

Dove porterà questa accelerazione saranno i fatti a dirlo: il 2 settembre sindacati e Confindustria torneranno al tavolo di confronto dopo la pausa estiva. Resta da definire il capitolo del calcolo dell’inflazione nei rinnovi contrattuali, su cui le parti si erano lasciate con la promessa della presentazione di una nuova proposta da parte di Confindustria. Risolta la questione dell’inflazione resta poi da affrontare l’altro spinoso capitolo, che è quello della definizione dei contenuti della contrattazione di primo e secondo livello. A cui, ovviamente, si intreccia il tema della detassazione dei premi di produzione. Ma, ricorda la Cgil, «continuare a invocare la norma sullo straordinario come misura unica non basta, perchè – osserva Camusso – non solo è uno strumento di divisione dei lavoratori, dato che interessa una parte limitata del mondo del lavoro, ma allo stesso tempo non è di aiuto ai redditi». Il sostegno dei quali sarebbe sempre al centro della piattaforma sindacale unitaria invocata dalla Cgil e di quel «patto» per la redistribuzione della ricchezza che dovrebbe essere oggetto di trattativa con il governo. A questo fine, dice Megale, « se davvero il governo vuole aiutare la trattativa dovrebbe restituire nel 2008 il fiscal drag dei lavoratori dipendenti. Poichè con l’inflazione al 4,1%, ad ogni lavoratore verrebbero a mancare 362 euro in busta paga».

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