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«Scuola, i ragazzi del Sud indietro di due anni»

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L’Istituto di valutazione: i più bravi nel Nord Est. L’agenzia dei vescovi: «basta fango sui docenti»

  ROMA — L’opposizione spara a zero sulla Gelmini accusata di bistrattare i prof del Sud. La maggioranza difende il ministro perché parla in modo non ipocrita dei mali della scuola del Mezzogiorno. Il polverone delle polemiche però nasconde i fatti. Prima dei check up triennali condotti dagli esperti internazionali dell’Ocse Pisa si poteva discutere all’infinito in mancanza di dati certi. Poi sono arrivati quei numeri e per la prima volta è stato possibile fare raffronti.

L’ANALISI – «Le indagini Ocse Pisa sono come uno specchio: se vuoi sapere che aspetto hai non puoi farne a meno», spiega il professor Piero Cipollone, presidente dell’Invalsi, l’istituto che ha il compito di valutare il nostro sistema formativo. E così, secondo gli ultimi dati disponibili Ocse Pisa relativi al 2007 in cinque tipi di scuola (licei, istituti tecnici, istituti professionali, scuole medie, formazione professionale) e riguardanti la matematica, le scienze e la comprensione dei testi in termini di competenze essenziali, nel Nord Est gli studenti quindicenni sono competitivi oltre la media Ocse, nel Nord Ovest ottengono dei buoni risultati, al Centro si collocano nella media dei Paesi sviluppati mentre al Sud e nelle Isole precipitano a meno settanta rispetto alla media. «Non è un numero irrilevante. Equivale, secondo un calcolo fatto con tecniche statistiche molto sofisticate, ad un ritardo di due anni — spiega Cipollone —. È come se un ragazzo del Sud avesse frequentato la scuola due anni di meno. Dietro tutto questo c’è una componente ambientale. È accertato che le condizioni socioeconomiche sono una delle componenti essenziali dell’apprendimento e purtroppo non si possono cambiare da un momento all’altro».

POLEMICHE – Le polemiche intanto non accennano a placarsi. «Smettiamola di gettare fango sulla scuola del Sud o del Nord, sui professori fannulloni o quant’altro. Fa solo male, alla scuola e al Paese», si legge in una nota del Servizio Informazione Religiosa (Sir) della Cei. Cinquanta parlamentari del Pd, dell’Udc e dell’Idv, hanno chiesto che il ministro Gelmini «risponda alla Camera sullo stato della scuola italiana». Per il portavoce di Forza Italia, Daniele Capezzone, «c’è molta ipocrisia e molto conservatorismo nella levata di scudi di queste ore contro il ministro Gelmini, chiunque abbia onestà intellettuale sa che, purtroppo, la scuola italiana è divenuta da troppo tempo il luogo dell’immobilismo e del pansindacalismo».

G. Ben.
26 agosto 2008

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