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Pubblico impiego: premi per i dipendenti meritevoli il

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Da il sole24Ore: Fine dei premi a pioggia: dal 2009 le risorse della contrattazione integrativa andranno ai soli dipendenti pubblici più meritevoli. La Finanziaria prevede ogni sei mesi una verifica sul conseguimento dei risparmi realizzati con la razionalizzazione delle spese. Con un decreto verranno definite le percentuali e le modalità di erogazione di queste somme.
Ai 2,8 miliardi destinati al contratto nazionale, in Finanziaria si aggiungono 200 milioni che, secondo il ministro Renato Brunetta, sono destinati alla contrattazione integrativa. «Ci sono le risorse per fare un rinnovo onesto – spiega il ministro della Funzione pubblica – e per fare la contrattazione di secondo livello. Dal 2009 cambieremo il modo di pagare i dipendenti pubblici, premiando il merito». Per Brunetta la manovra contiene «antibiotici e vitamine» per «curare e risollevare» la Pa. La spesa corrente si aggira sui 700 miliardi, di questi 192 miliardi sono la massa salariale: «Abbiamo tagliato 30 miliardi nel triennio, si tratta di un’operazione difficile, ma con queste cifre in gioco non ci sembra una cosa impossibile». Considerando il quadriennio di riferimento 2006-2009, secondo il ministro «le paghe dei pubblici dipendenti saranno andate a fine 2009 ben al di sopra dell’inflazione effettiva».
Le affermazioni di Brunetta – che oggi presenterà i dati sull’assenteismo a luglio – non rasserenano il clima con i sindacati che confermano la mobilitazione per settembre. «Il Governo sta programmando la perdita del potere di acquisto di 3 milioni e mezzo di dipendenti pubblici – afferma il coordinatore settori Pubblici della Cgil, Michele Gentile –. Quanto previsto nel decreto 112 e probabilmente confermato nella legge Finanziaria, rappresenterebbe solo la copertura dell’inflazione programmata (1,7% per il 2008 e 1,5% per il 2009), anche se il governo certifica che a fine 2008 l’inflazione sarà pari al 3,4%».
Quanto ai 200 milioni aggiuntivi: «Occorre ricordare al ministro – continua Gentile – che quelle risorse per legge e per le dichiarazioni dell’esecutivo sono destinate alla sola riduzione parziale dei tagli alla sicurezza introdotti dal decreto 112: non si possono vendere due volte le stesse risorse».
C’è poi tutta la partita riguardante la scuola. Qui la trattativa è appena cominciata. Ieri, presso il dicastero di Viale Trastevere, si è svolto il primo incontro tra il ministro Mariastella Gelmini e i sindacati. Punto di partenza i tagli previsti dal decreto 112 (che dovrebbero portare alla riduzione di 87mila insegnati compresi i 20mila già sfoltiti dal Governo Prodi e 45mila unità di personale Ata) e mal digeriti dai sindacati.
La trattativa sul merito delle misure deve ancora cominciare, il confronto di ieri ha riguardato il metodo. Pur riconoscendo la pesantezza dei sacrifici richiesti al comparto, il ministro ha proposto di rivedersi a settembre, magari una volta a settimana, per cercare di arrivare a una soluzione condivisa.
Un invito che i sindacati sono disponibili ad accogliere. A patto, però, come sottolinea il segretario confederale Cisl Giorgio Santini, di valutare «non solo la sostenibilità finanziaria ma anche quella sociale» della razionalizzazione da operare. Ad esempio, spiega Santini, quando si parla di accorpare le sedi scolastiche o aumentare il numero di alunni per classe, si tenga conto «dei problemi di edilizia scolastica che affliggono il Sud» e delle realtà esistenti nei piccoli comuni dove «superare certi limiti significa cancellare alcune scuole».

 

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