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Varie: Il Ministro Brunetta e la caccia alle streghe

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28 luglio 2008 – Il Segretario Provinciale del S.A.B. Napoli Vincenzo Cozzino
Il nuovo maccartismo sostituisce la caccia ai comunisti con la caccia ai professori

Il nostro bel paese è ormai da anni caratterizzato da provvedimenti legislativi con il quali si passa con disinvoltura da un estremo all’altro. Il provvedimento relativo alle malattie dei dipendenti, a firma del ministro Brunetta, ne è la riprova. Sicuramente le precedenti fasce di reperibilità, per consentire le visite fiscali, erano piuttosto strette, e bisognava ampliarle, certo non come è stato fatto, ma questa semplice misura è stata politicamente trasformata nella “caccia alle streghe” , streghe che il ministro Brunetta chiama “fannulloni”.

E’ pregiudizio comune che gli impiegati pubblici e i professori, in particolare, siano, per la maggior parte, scansafatiche e fannulloni e allora è giusto tenerli sulla corda e al momento opportuno castigarli. Tutto ciò non fa altro che esasperare ulteriormente il personale della scuola che ormai è sull’orlo di un collasso politico, non sa più a “chi Santo votarsi”, a quale parte politica dare fiducia, da sinistra a destra arrivano, per la scuola, solo provvedimenti punitivi, dalla riforma delle norme sanzionatore di Fioroni alle attuali di Brunetta, per non parlare dei tagli degli organici, dei precari in attesa di stabilizzazione, precari che ormai sembrano aspettare solo “Godot”, ai futuri scenari privatistici riguardanti le assunzioni dirette da parte dei Dirigenti Scolastici o, ancor meglio, da Enti Politici Locali, così da assicurare sia il federalismo fiscale, sia il federalismo scolastico, e semmai ci mettiamo pure la norma del licenziamento dei professori meridionali che lavorano al nord; e intanto solo grazie alla maturità dei docenti misure politiche disarticolate e confuse che potrebbero arrecare gravi danni agli studenti, vengono arginate e corrette nella prassi scolastica quotidiana, basti pensare alla normativa sul recupero dei debiti, allo svolgimento degli Esami di Stato, alla confusione informatica relativa alla prova scritta nazionale per gli allievi di terza media, alla incidenza, nella valutazione intermedia e finale, del voto di condotta, che fa di nuovo capolino.

Ma insomma che volete da docenti che insegnano, si aggiornano, partecipano alle riunioni di dipartimento, ai Collegi Docenti, ai consigli di classe/interclasse, ai colloqui con i genitori, correggono i compiti, preparano le lezioni, stilano i giudizi, si confrontano, sovente anche in modo acceso, per valutare i propri allievi, senza tener conto dei tempi istituzionali, molto più contenuti di quelli reali. Insomma bisogna ormai capire che i docenti sono impegnati nel lavoro molto, molto, molto, oltre l’orario cattedra di insegnamento, per uno stipendio che sembra essere una elemosina, tenendo anche conto che ormai a tutti i docenti si chiede come titolo di studio la laurea, e ai professori della scuola secondaria una laurea quinquennale e una successiva abilitazione biennale, e tutto ciò solo per iniziare la carriera come precario. Conseguenza logica di questo tortuoso percorso è che nel bel paese i docenti hanno l’età media più alta di qualsiasi altro paese europeo. E allora il problema scuola va affrontato partendo da ben altre istanze, quali: quelle dei percorsi di studio, del reclutamento, delle retribuzioni, del riconoscimento della professionalità specifica della categoria, dell’aggiornamento culturale serio, si pensi, ad esempio, all’anno sabbatico retribuito, con percorsi di studio presso Università, Centri di cultura riconosciuti a livello nazionale o internazionale, e di alta formazione, a misure quindi incentivanti e di riconoscimento che consentano a questa categoria di recuperare quel gap sociale, tutto italiano.

da orizzontescuola.

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