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News: FANNULLONI: PRONTO IL RICORSO DEGLI STATALI CONTRO BRUNETTA

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da AGI – Agenzia Giornalistica Italia gli STATALI contro la circolare del ministro
‘FANNULLONI’ : PRONTI RICORSI AL TAR CONTRO BRUNETTA

Statali sul piede di guerra contro la circolare del ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta sui cosiddetti ‘fannulloni’: milioni di dipendenti pubblici sono pronti a ricorrere al Tar del Lazio lamentando l’illegittimita’ delle nuove norme messe a punto dal Governo contro le assenze dal lavoro. Gli impiegati definiti ‘fannulloni’ si sono gia’m organizzati nel “Comitato Fannulloni Operosi” (Co.F.O.) e stanno raccogliendo firme in tutto lo Stivale. A preparare il ricorso – secondo quanto apprende l’Agi -sara’, invece, l’avvocato Carlo Rienzi, il quale sostiene che prima dei semplici dipendenti devono essere messi sotto controllo i dirigenti e i vertici di enti e ministeri. Nel documento che arrivera’ dunque all’attenzione dei giudici amministrativi, si rileva come la circolare Brunetta presenti, innanzitutto, “forti dubbi” di legittimita’ costituzionale, violando la parita’ di trattamento, il sistema di tutela sociale e il principio di efficienza previsti dalla Costituzione. “Nessun requisito di necessita’ e urgenza – rileva Rienzi – , poi, si rileva per giustificare l’introduzione di queste indicazioni nel decreto legge 11 12 sulla manovra economica”. Sotto la lente del Tar finira’, in particolare, l’articolo del dl nel quale si prevede l’esclusione di trattamenti economici aggiuntivi per infermita’ dipendente da causa di servizio: cio’ sembra ‘azzerare’, verra’ sottolineato nel ricorso, “il diritto inviolabile alla salute ed i corollari diritti al ristoro economico per chi subisce una lesione alla salute invalidante per causa di servizio”. Gli statali, inoltre, potranno impugnare la norma nel punto in cui prevede che sia corrisposto il solo trattamento economico fondamentale, senza indennita’ o emolumenti, nei primi 10 giorni di assenza per malattia: la disposizione, secondo l’avvocato Rienzi, “trasforma la malattia, che e’ una causa di forza maggiore che impedisce la prestazione, in una sorta di ‘colpa’ del lavoratore e lo punisce privandolo di una parte della retribuzione come se la malattia fosse un escamotage per ‘marinare’ il lavoro”. La norma, spiega ancora Rienzi, “punisce anche l’assenza della lavoratrice madre, alla quale le condizioni di lavoro, invece, dovrebbero consentire, in base ai principi costituzionali, l’adempimento della sua essenziale funzione familiare”. Anche l’estensione delle fasce orarie di reperibilita’ del lavoratore malato, entro le quali vengono effettuate le visite di controllo, saranno impugnate al Tar, afferma Rienzi: “la specifica norma che lascia solo ‘un’ora d’aria’ all’ammalato per uscire di casa, non tiene conto delle tante malattie che impongono proprio di non restare in casa, come quelle di tipo depressivo; come non tiene conto di chi ha necessita’ di assistere disabili o altre situazioni particolari”. Per l’avvocato, “le norme di Brunetta sembrano ignorare tutti i diritti ormai acquisiti, frutto semplicemente di un ordinamento giuridico rispettoso delle piu’ elementari liberta’”. Sotto ‘accusa’, poi, saranno le novita’ sul part-time, con le quali diventa facolta’ dell’amministrazione dar seguito o meno alle richieste dei dipendenti di trasformare il rapporto di impiego dal tempo pieno a quello parziale. Un’ulteriore censura mossa nel ricorso al Tar riguardera’ il meccanismo di esonero dal servizio negli ultimi 5 anni di anzianita’: “appare ingiusto – spiega Rienzi – che siano esclusi da questa possibilita’ i lavoratori della scuola e che la decisione se accogliere o meno la richiesta sia affidata alla discrezionalita’ del dirigente”. In conclusione, spiega infine l’avvocato Rienzi, chiunque sia pubblico dipendente – impiegato in ministeri, Parlamento, presidenza del Consiglio, Agenzie delle entrate e del territorio, camere di commercio, tribunali, prefetture, autorita’ garanti, scuole e uffici scolastici, istituzioni universitarie, uffici di collocamento, o in enti pubblici (come Inps ed Inpdap), locali e della sanita’ (ospedali ed Asl) – potra’ dunque fare ricorso contro il pro

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