Pubblicato da irpinianelmondo su Luglio 28.7.2008-Il Governo ha presentato un emendamento alla manovra che corregge l’articolo 60, secondo le richieste del Quirinale, ma non ha depositato emendamenti sulla cosiddetta norma anti-precari. Lo ha riferito il relatore alla manovra, Salvo Fleres (Pdl), all’inizio della seduta della commissione Bilancio del Senato, che ritene la norma a rischio di incostituzionalità, «perchè interviene aui processi in corso». Ora, dice Fleres, spetta al Governo decidere cosa fare. Sono 634 gli emendamenti presentati in commissione Biolancio al Senato, dove è iniziato l’esame del decreto di manovra: una trentina della maggioranza, uno del Governo e il resto dell’opposizione, 328 del Pd. «Sui precari – spiega Enrico Morando del Pd – abbiamo presentato emendamenti soppressivi e anche altri emendamenti che non si limitano a sopprimere, ma propongono norme diverse». Il leader del Pd Veltroni promette battaglia in Parlamento. Confindustria difende, invece, la norma anti-precari contenuta nella manovra, precisando in una nota che è in linea con la direttiva europea.
La proposta di modifica del provvedimento presentata dal Governo riguarda, invece, l’articolo che aveva suscitato perplessità al Quirinale, che assegna ai ministri la possibilità di modificare per via amministrativa le postazioni di bilancio approvate con legge dal Parlamento. «Nella mia relazione – ha ricordato Fleres – avevo indicato proprio questi due punti come elementi critici. In effetti, la norma sui precari poteva essere scritta meglio».
La norma anti-precari proposta dai relatori alla Camera. Intanto i precari sono in rivolta contro la norma anti-assunzioni contenuta nella manovra. Due ministri (Sacconi del Welfare e Brunetta della Funzione pubblica) prendono le distanze dalla misura, mentre il Tesoro vuole blindare il decreto. Andando a spulciare le carte del provvedimento alla Camera emerge che l’emendamento incriminato, che ha introdotto le norme antiprecari, porta la firma dei relatori della manovra alla Camera Marino Zorzato e Giorgio Jannone del Pdl. La modifica all’articolo 21, che interviene sulla disciplina del contratto di lavoro a tempo determinato», approvato nelle Commissioni Bilancio e Finanze durante la seduta notturna del 15 luglio prevede che, in caso di violazione delle norme sui contratti a termine, il datore di lavoro abbia l’obbligo di indennizzare il lavoratore con una cifra compresa tra un minimo di 2,5 a un massimo di 6 mensilità dell’ultima retribuzione. Il datore di lavoro non é più tenuto all’assunzione del precario. Con lo stesso emendamento si dice anche che «fatte salve le sentenze passate in giudicato» le nuove disposizioni si applicano «anche ai giudizi in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto». In sostanza, una forma di sanatoria per tutti gli abusi nell’uso del contratto a termine che si sono verificato in passato e per i quali il giudice non ha ancora emesso sentenza. «In realtà – commenta Cesare Damiano, capogruppo del Pd in commissione Lavoro ed ex ministro del Lavoro nel Governo Prodi – ci troviamo di fronte a un gravissimo pasticcio che evidenzia la confusione e la spaccatura che regnano sovrane nel governo e alla volontà di mascherare, sotto la formula della semplificazione, una vera e propria deregolazione del mercato del lavoro».
Per i sindacati il decreto è un «frutto avvelenato». E la norma sui precari non è l’unica al centro della protesta. All’ingresso di Palazzo Madama si manifesta contro il taglio di 200 euro alla busta paga dei lavoratori del pubblico impiego previsto dal decreto sulla manovra. Cgil e Cisl Funzione pubblica e Uil pubblica amministrazione chiedono al governo di cancellare la norma dal decreto «Altro che 200 euro – spiega Roberto Rocchetti della Cgil – abbiamo stimato che il taglio sarà di 6 mila euro a cranio. Non vogliamo che ci venga ridotto il salario, é la prima volta che si taglia la busta paga dei dipendenti pubblici di 6 mila euro».sole24ore