26.7.2008- Brutte notizie per i precari: la manovra appena approdata in Senato contiene una misura che, una volta diventata legge, renderà “permanente” la loro condizione. Un emendamento del governo, approvato dalla Commissione Bilancio della Camera e recepito dal maxiemendamento, preclude in sostanza ai lavoratori precari la possibilità di ottenere dal magistrato la stabilizzazione del loro rapporto di lavoro. Finora il giudice, che riscontrava irregolarità sul ricorso ad uno o più contratti a termine, poteva obbligare il datore di lavoro a riammettere in servizio il lavoratore con un contratto a tempo indeterminato. Ma non sarà più così.
La manovra prevede che il giudice dovrà limitarsi ad applicare all’azienda una sanzione di entità variabile tra le 2,5 e le 6 mensilità (la stessa prevista per le imprese al di sotto dei 15 dipendenti). La nuova norma, sempre che il Senato non modificherà il testo, si dovrà applicare anche ai giudizi in corso all’entrata in vigore della legge.
Stando così le cose, il datore di lavoro potrà effettuare una serie pressochè infinita di contratti a termine rischiando al massimo una sanzione di importo pari a sei mensilità.
Non è solo il tema delle pensioni a far scendere la Cgil sul sentiero di guerra. Anche la norma anti-precari, contenuta nella manovra, incontra il netto altolà da Corso Italia. “Si aumenta la disparità tra lavoratori e imprese”, dando a queste ultime “mano libera” sull’utilizzo dei contratti a termine, spiega Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil con delega al mercato del lavoro. La norma prevede, in caso di irregolarità nella causale di utilizzo del contatto a termine, l’obbligo per le imprese di indennizzare il lavoratore precario, ma non di riammetterlo al posto di lavoro. È una misura “molto negativa – aggiunge Fammoni – che lascia aperta ogni possibilità per le aziende sull’uso del contratto a termine, senza che, in caso di irregolarità, queste abbiano alcuna ripercussione futura”.