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Proposta di legge: I professori scelti dai presidi

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Intesa in Parlamento: spariscono le graduatorie, arrivano gli albi professionali di RAFFAELLO MASCI

ROMA
La scuola sarà veramente autonoma, avrà un consiglio di amministrazione, sceglierà da sola gli insegnanti, li valuterà rigorosamente ma permetterà loro di fare carriera e li pagherà secondo il merito. Non è l’ennesima riforma del sistema di istruzione, ma solo una riorganizzazione che mira a fare di ogni istituto una realtà indipendente sia pur all’interno di un sistema nazionale, sull’esempio dell’Inghilterra, della Svezia ma – soprattutto – della scuola che secondo l’Ocse funziona meglio al mondo, quella della Finlandia. E questo si potrà fare non su proposta del governo ma con una iniziativa parlamentare bipartisan all’interno della commissione Cultura della Camera, presieduta da Valentina Aprea.

La scuola
Ogni istituto avrà un consiglio di amministrazione presieduto dal preside, farà il suo piano dell’offerta formativa e sceglierà direttamente i docenti tra coloro che ne hanno i requisiti.

Fondazioni
Gli istituti, come già aveva proposto Fioroni, potranno diventare fondazioni, il che consentirà loro di ricevere finanziamenti anche privati.

Professionisti
Verrà riformato il loro status giuridico: saranno professionisti e non più impiegati pubblici. Come tutte le professioni anche quella docente prevederà un percorso: università, specializzazione, praticantato, iscrizione ad un albo. I consigli di amministrazione delle scuole sceglieranno da quell’albo. E i precari? Non ci saranno più. Al massimo un insegnante sarà disoccupato, ma precario no.

I titoli
Chi entra professore non esce tale e quale 40 anni dopo. Ci sarà una carriera: docente iniziale, ordinario, esperto, vicedirigente. Poi, con un altro concorso, dirigente. La carriera avverrà attraverso un sistema di valutazione per esami o titoli.

La valutazione
Gli studenti saranno valutati con sistemi «oggettivi» che misureranno il raggiungimento (o meno) degli obiettivi fissati dagli programmi nazionali. La valutazione avverrà prima all’interno della scuola, con un nucleo di «autovalutazione» che consente un iniziale check-up, poi con l’ausilio dell’Invalsi (l’istituto del ministero che si occupa di valutazione) come soggetto terzo. In questo modo ogni scuola e ogni specifica classe conosceranno carenze ma anche eccellenze proprie. Autovalutazione e valutazione esterna varranno anche per i docenti. La valutazione prevede un sistema premiale e anche sanzionatorio, ma è soprattutto uno strumento di diagnosi, che dovrebbe impedire che alle prossime rilevazioni Pisa-Ocse continuiamo ad essere in fondo alle classifiche.

Schieramenti d’accordo
Politicamente la novità più rilevante di questo progetto di legge è che nasce bipartisan. Se ne cominciò a parlare in un seminario alla fine del 2006 al ministero (con Fioroni ministro). Il tema fu ripreso da Fioroni stesso nel convegno di Caserta (febbraio 2007). E’ stato raccolto in un progetto di legge da Valentina Aprea dell’aprile scorso. Nell’ambito della commissione Cultura, analoghe proposte sono venute da altre donne di scuola di entrambi gli schieramenti: Maria Letizia De Torre (Pd), Angela Napoli e Paola Frassineti (Pdl). Un comitato ristretto sta ora lavorando affinché le proposte possano confluire in un unico progetto trasversale.

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