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Con la scusa dei fannulloni il Ministro Brunetta attacca i diritti di tutti i lavoratori

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Sindacato FLC  Firmata la Circolare Ministeriale n. 7/2008 sulle assenze dal servizio dei pubblici dipendenti. 17-07-2008 | Sindacato FLC

Mentre è ancora in atto la discussione in Parlamento sulla Legge di conversione del Decreto Legge n. 112 del 2008, il Ministro Brunetta ha adottato in data odierna la CM n. 7/2008 sferzando un duro attacco alle lavoratrici ed ai lavoratori ed ai loro diritti inviolabili.

Sulla base di presunti quesiti ricevuti dalle Amministrazioni, il Ministro si affretta a precisare alcune delle norme contenute nel DL in questione, evidenziando la logica e le finalità del testo normativo, che se non vedrà modifiche in sede di conversione è una sola: colpire tutti i lavoratori, indiscriminatamente, e considerarli tutti fannulloni.

Infatti, con riferimento alle assenze per malattia dei dipendenti pubblici c.d. contrattualizzati e non contrattualizzati nonché, dei dipendenti assunti con forme di impiego flessibile, nella circolare in questione si ribadisce come al dipendente che si assenti nei primi dieci giorni sia corrisposto il “trattamento economico fondamentale con esclusione di ogni indennità o emolumento, comunque denominati, aventi carattere fisso e continuativo, nonché di ogni altro trattamento economico accessorio“, con la sola eccezione, bontà sua, per le assenze dovute ad infortuni sul lavoro o a causa di servizio, oppure a ricovero ospedaliero o a day hospital o a terapie salvavita.

Per i periodi di assenza per malattia superiore a 10 giorni, ed in ogni caso dopo il secondo episodio di malattia, occorso nel medesimo anno solare “l’assenza viene giustificata esclusivamente mediante presentazione di certificazione medica rilasciata da struttura sanitaria pubblica.” Oltre al danno, quindi, la beffa.

Con riferimento alle precisazioni circa la richiesta della visita fiscale da parte delle amministrazioni anche nel caso in cui l’assenza sia limitata ad un solo giorno ed alla previsione di un regime orario più ampio per la reperibilità (8-13/14-20 di tutti i giorni compresi i festivi), vale la pena di rilevare come la previsione per legge di un regime di “arresti domiciliari” per ipotesi non penalmente rilevanti ponga dubbi, seri, di legittimità costituzionale con riferimento anche al diritto alla salute. Occorre, forse, ricordare al Ministro Brunetta che spesso per alcune patologie una siffatta limitazione della libertà personale possa essere dannosa e non agevolare il percorso di guarigione.

Oltre a ciò il Ministro Brunetta, dovrebbe valutare come le disposizioni in questione, ingiustificate oltre che ingiuste, avranno, se veramente applicate delle indubbie ripercussioni sulla spesa della pubblica amministrazione.

Roma, 17 luglio 2008

 

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