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Colpo di mano del Governo sull’obbligo scolastico: si riporta l’orologio della storia agli anni ’50

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Comunicato FLC  Comunicato stampa di Enrico Panini, Segretario Generale Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil.

Un emendamento al decreto 112 in discussione in queste ore alla camera cancella l’innalzamento dell’obbligo scolastico a 16 anni di età, attualmente in vigore. L’emendamento infatti prevede che si possa assolvere l’obbligo scolastico anche nel sistema regionale della formazione professionale e nei percorsi triennali istituiti dal ministro Moratti, che escono così dalla sperimentalità per diventare definitivi e che già prevedono a loro volta un massiccio ricorso alla formazione professionale. Ben diversa la situazione attuale che prevede, in coerenza con il dettato costituzionale, l’assolvimento dell’obbligo scolastico nel solo sistema di istruzione che comprende le scuole statali e paritarie. Un ennesimo colpo di mano per via legislativa contro la scuola pubblica e una sconfessione degli impegni assunti dal ministro Gelmini.Così si riporta l’orologio della storia agli anni 50, alle scelte precoci compiute a 14 anni di età, si torna a separare sulla base del reddito, per chi ha mezzi e opportunità sociali la scuola vera, per chi parte da qualche svantaggio sociale, il canale di serie C. Si spacca l’unitarietà del sistema creando per i meno fortunati un canale parallelo discriminatorio, si regionalizza e si privatizza un pezzo di formazione. Si piega la formazione professionale ad ancella della scuola pubblica negandone invece le peculiarità e la qualificazione che si esprime nel legame coi processi di formazione finalizzati all’accesso al lavoro o alla sua riconversione. Questo segna, ancora una volta, un secco ritorno all’indietro rispetto ai processi avviati di recente nella scuola, tesi a realizzare concretamente l’innalzamento dell’obbligo nel biennio della scuola superiore, discontinuità che si ripete anche con la revisione dei programmi di insegnamento del primo ciclo. Tagli indiscriminati, revisione totale di ordinamenti, organizzazione e didattica, continui stop and go ai processi di riforma, testimoniano l’alta considerazione che questo Governo ha per i delicati meccanismi di funzionamento della scuola e svela, se ce ne fosse ancora bisogno, come tutto il discredito gettato sul sistema e i docenti fosse finalizzato a far passare nella società l’opera di smantellamento della scuola pubblica. Roma, 18 luglio 2008

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