Decurtazioni e super-controlli: penalizzati i malati “una tantum” |
di Alessandro Giuliani |
La “stretta” contenuta sempre nel decreto legge n. 112. Queste le novità: si paga solo lo stipendio base per la malattia che duri meno di 10 giorni; dopo la prima volta accettati certificati solo da medici pubblici; visite fiscali estese da 4 ad 11 ore al giorno ed i risparmi non rimangono a scuola. Quest’ultimo punto fa infuriare i sindacati: è materia di contrattazione. |
Rischia di diventare uno dei decreti legge più importanti degli ultimi anni, almeno per il mondo della scuola, quello approvato nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri. Il dl n. 112 oltre ai 130.000 posti da annullare in quattro anni, attraverso una serie di disposizioni che stravolgeranno le modalità di determinazione degli organici, introduce infatti importanti novità anche nelle situazioni di malattia del personale. Novità che si traducono, è il caso di dire, in restrizioni e penalizzazioni non indifferenti. Soprattutto per chi dovesse ammalarsi con una certa frequenza. Rimane tutto come ora invece, senza subire alcuna decurtazione, nel caso di alcuni tipi di malattie: si tratta di tutte quelle collegate “ad infortunio sul lavoro o a causa di servizio, oppure a ricovero ospedaliero o a day hospital, nonché per le assenze relative a patologie gravi che richiedano terapie salvavita“. Ma le “tegole” per i dipendenti delle amministrazioni pubbliche non finiscono qui: il dl 112 prevede, infatti, anche che i soldi derivanti da queste nuove procedure non andranno a coprire i fabbisogni della stessa amministrazione, né ad incentivare il personale in servizio impegnato in attività e funzioni cosiddette extra-curricolari. Il decreto legge, sempre all’art. 71, specifica che “costituiscono economie di bilancio per le amministrazioni dello Stato e concorrono per gli enti diversi dalle amministrazioni statali al miglioramento dei saldi di bilancio. Tali somme non possono essere utilizzate per incrementare i fondi per la contrattazione integrativa“. |