24 giugno 2008 – ANIEF
SIT-IN di protesta davanti al Parlamento.
Dalle bozze circolanti sul Decreto Legge approvato nell’ultimo consiglio dei Ministri recante «Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria», risulta evidente il chiaro intento di liberalizzare il sistema pubblico d’istruzione rinunciando al compito educativo affidato dai padri costituenti della nostra Repubblica.
L’idea che la scuola pubblica possa risollevarsi come un’impresa con una dolorosa cura di risparmi e di contrazione del suo organico e un positivo confronto con la scuola privata non soltanto svilisce la funzione della stessa ma è lontana dal lavoro che giornalmente migliaia di docenti sono chiamati a svolgere nelle realtà più difficili di questo Paese.
Il taglio indiscriminato di fondi e risorse alla scuola e all’università, difatti, allontana l’Italia ancora di più dagli altri Paesi della UE, mentre l’innalzamento di un punto percentuale del rapporto alunni-insegnanti e la rimodulazione delle classi concorsuali annulleranno gli unici effetti positivi di una politica che ha sempre visto nella Scuola pubblica una risposta alle esigenze del territorio e alle assenze delle istituzioni.
Invocare lo stesso rapporto alunni-insegnanti che vi è in Europa significa dimenticare le particolarità nazionali, le deficienze e i pregi, significa rinnegare la politica di integrazione scolastica che vede annualmente impegnati 90.000 docenti di sostegno in organico di fatto, e il lavoro di migliaia di docenti impegnati nelle scuole a rischio o in comuni difficilmente raggiungibili.
Trasformare le Università in fondazioni significa rinunciare alla ricerca che ha sempre distinto la nostra comunità nazionale, mentre il prosciugare le risorse degli Atenei rimasti statali porterà al blocco delle turn-over.
Come risultato avremo più di 300.000 docenti precari condannati all’inferno e più di 50.000 ricercatori precari costretti alla fuga all’estero: le assunzioni saranno bloccate o ridotte al lumicino per il prossimo quadriennio mentre i 12.000 specializzandi del IX ciclo continueranno a rimanere nel limbo, pur essendo stati formati per andare ad insegnare.
E’ ovvio, allora, che attendiamo con ansia la risposta del Ministro Gelmini alle interrogazioni parlamentari sulle immissioni in ruolo presentate dall’on. Russo e dall’intero gruppo parlamentare del Partito democratico, e dagli on. Grimoldi e Goisis della Lega, sperando in una smentita.
Siamo pronti a organizzare un SIT-IN davanti al Parlamento perché deputati e senatori appena eletti intervengano per ridare dignità al nostro sistema d’istruzione e bloccare gli insopportabili tagli previsti.
da orizzontescuola