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ItaliaOggi: Scuola, programmi in restauro Verso il ripristino le Indicazioni morattiane, tutor e portfolio

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Hanno un bel dire nel centrodestra che sulla scuola si procederà con i piedi di piombo. A parole tutti sono d’accordo che non si può cambiare a ogni cambio di governo. Ma dei segnali di discontinuità vanno dati. A pretenderli, del resto, è lo stesso premier in pectore, Silvio Berlusconi, che ha più volte detto che si tornerà alle tre «i» morattiane, ovvero inglese, informatica e impresa. Ed è probabile, questo si vocifera negli ambienti del Pdl, che si utilizzeranno gli stessi strumenti che ha utilizzato il ministro uscente della pubblica istruzione, Beppe Fioroni. Ovvero strumenti ministeriali e amministrativi anche se questa volta i numeri in parlamento per intervenire in via legislativia ci sono tutti. In pole position il ripristino dei programmi scolastici della Moratti e l’eliminazione dei corsi di recupero di Fioroni, che tanto scompiglio hanno creato nelle scuole («così come sono fatti creano solo problema all’organizzazione della scuola», spiega Giorgio Rembado, presidente dell’Anp, l’associazione nazionale presidi). Sul primo fronte, quello dei programmi, il centrodestra ha rimarcato in passato che le Indicazioni morattiane sono allegate ad un provvedimento legislativo, mentre quelle elaborate da Fioroni sono contenute in un semplice decreto ministeriale; e così le prime potrebbero essere rispolverate per definire i livelli essenziali di prestazione. Restituendo poi alle scuole, in clima di autonomia scolastica, il compito di riassestare i curriculum dei singoli studenti. Figure come quelle del tutor e mezzi come il portfolio fanno parte della stessa partita.
E poi ci sono le attività, con esame finale, di recupero delle insufficienze alle superiori. Si tratta dei corsi che tanto malcontento hanno creato tra insegnanti e studenti e che proprio quest’anno debuttano. Così come fatto lo scorso anno da Fioroni, in estate con altro decreto i corsi potrebbero essere disattivati per essere sostituiti da attività diverse. La parola spetterà probabilmente a MariaStella Gelimini, avvocato, coordinatrice di Fi per la Lombardia e in pole per la poltrona di ministro al dicastero dell’educazione, che accorperà pubblica istruzione, università e ricerca.

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