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Riforma Mussi questa sconosciuta!

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18 aprile 2008 – Ufficio Stampa & Comunicazione Gruppo SMG SpA
Una nuova riforma attende gli universitari da settembre. Eppure, pur trattandosi di una riforma che annuncia di rivoluzionare gli ordinamenti sia quantitativamente sia qualitativamente, i principali attori dell’università stessa sembrano saperne nulla.

L’UDU (unione degli universitari) boccia la riforma e dice a Studenti Magazine : “Nel decreto ministeriale si dice che “non possono essere previsti in totale più di 20 esami o valutazioni finali di profitto” (12 per le lauree specialistiche). Né nel decreto né nelle linee guida si chiarisce cosa significa esame o valutazione finale di profitto, per cui la riduzione a soli 20 esami può essere solo formale, ma non andare di fatto a cambiare in nessun modo la vita concreta dello studente, che potrebbe continuare a doversi confrontare con lo spropositato numero di verifiche corrispondenti a pochissimi crediti. Infatti, nulla vieta che le università interpretino questo decreto riducendo sì a 20 e a 12 rispettivamente le prove previste da piano di studi e riportate nel libretto ma lasciando che ogni valutazione finale sia composta da una miriade di prove intermedie, verifiche in itinere, moduli e così via. Non si va per nulla nella direzione da noi richiesta di mettere un tetto minimo di crediti corrispondenti a ogni verifica”.

Non è un caso che proprio su questo aspetto della riforma, le università hanno fatto ricorso a dei trucchi pur di far passare col minor danno possibile i nuovi ordinamenti. In particolare la modularizzazione, ovvero la possibilità lasciata dalla nuova legge di aggregare i vecchi esami, prevedendo un solo voto finale, ma due o tre prove intermedie, ciascuna col suo professore. Un’offerta che permetterebbe di salvare capra e cavoli: stare dentro i nuovi requisiti che fissano il tetto a 20 esami, senza alterare troppo gli equilibri accademici interni.

Studenti Magazine ha deciso di fare chiarezza su ogni punto della nuova riforma. I provvedimenti più importanti saranno: il taglio agli esami, l’obbligo di un singolo corso di laurea di avere almeno la metà dei docenti di ruolo, rendere più facili i trasferimenti da un’università all’altra. Oltre a migliorare la didattica, l’obiettivo della riforma è poi quello di mettere un freno alla proliferazione di corsi di laurea bizzarri.

Da www.orizzontescuola.it

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